Da Kottayam a Varkala
5/1 Partenza alle 7,15
con Saji. Ho un bagaglio troppo pesante per scarrozzarlo su e giù dai bus o treni.
Arriviamo a Varkala alle 11 circa. Saluto il mio adorato autista e sbarco alla
Cove consigliatami da Ulrike, mi
accoglie Reji con il quale avevo scambiato qualche mail e lo avevo avvisato del
mio arrivo il 5 per telefono. Avevo capito che c’era qualche problema, ma gli indiani non dicono mai di no.
Vieni vieni che una camera te la
procuro. Insomma perdo un po’ di tempo mi racconta un sacco di cose inutili più
o meno vere, mi propone una camera orrenda, ma alla fine mi trova una camera
nella guest house vicina Shiva Garden. Posto da frik, camera bruttina, ma per
una notte va bene, da domani dovrei essere al Cove, speriamo. Qui la situazione è completamente diversa.
Pieno di occidentali, dove sono finiti gli indiani quelli veri? Il posto comunque è molto bello, ho dato un
occhio alla spiaggia, è piena di gente, ben, piena si fa per dire, comunque c’è
gente. E’ situata alla base di una
scogliera e ci si accede mediante lunghe scalinate. Pensavo di andare ancora in
giro sulle backwaters, ma visto questo
posticino credo che in questi giorni me ne starò qui a fare vita ‘da spiaggia’
e di riposo
Kottayam.
4/1Kottayam Decido di stare in città, devo preparare il bagaglio e
fare un po’ di shopping.
Aleppy
3/1/2014 Volendo
andare ad Aleppy avevo chiesto a Saji qualche informazione. Sapevo che da
Kottayam c’è un traghetto alle 11, ma è
troppo tardi per me, così avevo deciso di andare con il bus la mattina presto e
rientrare con il traghetto nel pomeriggio. Saji mi dice che c’è un traghetto che parte alle 7,15 da
Kanjiram che è a qualche km da Kottayam. Detto fatto la mattina alle 6,15 viene
a prendermi un amico di Saji con il tuc tuc, facciamo circa 8 o 10 km e
arriviamo a Kanjiram. Non c’è nessuno . . . c’è un traghetto fermo che mi
sembra, ben non proprio nuovo, anzi una barcaccia mal andata. Boh? Partirà
questo trabiccolo? Dopo un po’ arriva un
uomo, forse il capitano, noto che sulla fiancata c’è scritto capienza 101
persone, bene, ne mancano solo 99, gli altri siamo il capitano ed io. Il posto
è deserto, c’è solo un tempio indù con qualche fedele. Questa situazione se pur
incerta mi piace molto, forse riesco a
prendere l’unico traghetto che non è per turisti? A poco a poco arrivano
persone, alla fine siamo in 6 o 7, I giubbotti salvagente ci sono.
Partiti. Il percorso è bellissimo, il
sole illumina le risaie e la bruma mattutina. Palme che si specchiano
nell’acqua, piante acquatiche, fiori uccelli, tanti uccelli bianchi, neri, e
altri cicciotti con le ali marroncine, quando sono in volo sono color avorio,
su una palma vedo anche un grande uccello, forse un rapace? Fa freschino ed è
molto umido. Il traghetto fa molte
fermate in mezzo al nulla e comincia ad
animarsi, si inizia a vedere qualche casa, alle 8,30 salgono numerosi scolari, ma sono sempre io
l’unica europea a bordo. Che bello, non mi par vero di fare la viaggiatrice e
non la turista. Verso la fine del percorso siamo ben più delle 101 persone
previste. Arrivati a destino mi rendo conto che viaggiare con il bagaglio
grosso sarebbe un problema. Avevo pensato di fare la prima tratta verso Varkala
con il bagaglio, ma cambio immediatamente idea. Il nostro traghetto si ferma in
doppia file e per scendere dobbiamo
transitare su un altro, meno male che ho solo lo zainetto in spalla! Prima cosa
appena scesa cerco un posto per fare colazione, sono le 9,30 e non ho ancora
mangiato nulla. Scarto un paio di posti
ed entro in una bakery decente. Mi scelgo una scatola di biscotti e mi prendo
un the, anzi un chai, perché avere the nero è quasi impossibile, solo con
latte. Bene mi dico faccio una colazione all’italiana, senonchè la signora mi
presenta una frittella sulla punta della forchetta, mi sembra un crafen, come
dire di no? Fresh mi dice, in effetti è ancora calda, non è il massimo per la
mia dieta, ma, appunto, come dire di no? E’ leggermente salata e piccantissima.
Addio colazione all’italiana.
Faccio una sosta pipì in un lodge, il proprietario mi intrattiene in chiacchiere
e mi offre un the. Ha anche camere libere, quindi facilmente si trova da
dormire dappertutto, non è che ci siano poi tanti turisti come dicono.
Decido di andare alla spiaggia, lascio le backwaters per
l’oceano. Mi dicono che ci si arriva anche a piedi, un paio di km forse, visto
che mi piace camminare parto spedita. Di tanto in tanto chiedo a qualcuno
quanto manca, ma mi rispondono sempre che mancano tre km. Decido di prendere un
tuc tuc e faccio bene, è lontanuccio e comincia a far caldo. Arrivo alla
spiaggia enorme lunga e caldissima, se mmore, ci saranno 50 gradi, bevo come
una spugna, arrivo all’acqua, ma mi fermo poco, torno sulla strada
all’ombra molto velocemente.
Trovo un bel ristorantino, mangio un ottimo trancio di pesce
con patatine fritte e verdura. Hanno anche la birra, ma stranamente non ne ho
voglia. Ancora una passeggiatina e poi prendo al volo un bus pubblico. Vado
alla stazione dove prendo il bus di linea che in un’ora e mezza mi riporta a
Kottayam. Non ho trovato una piantina di
Kottayam, ma non è difficile muoversi chiedendo informazioni in giro. Dalla
stazione uscendo si gira a destra e per un lungo tratto si percorre una via larga piena di negozi e palazzi, poi
ad un grande incrocio si gira ancora a destra e sono già sulla K K Road la via dove si trova il mio albergo,
insomma in 20 minuti arrivo a casa. Oggi i ristoranti nel cortile sono chiusi,
avevo adocchiato l’hotel Ambassador che è poco lontano e sembra
accettabile. Invece non e granché ed è caro (in confronto al ristorantino del
cortile). Prendo una zuppa e un intruglietto di verdure, mi pare ci sia la
panna o il latte in entrambi. Bene domani non ci torno di sicuro.
Fort Cochin
2/1/2014 Saji mi fa
subito buona impressione, partiamo all’alba per sfruttare le ore meno calde. Ci
fermiamo a fare colazione lungo la strada e dopo due ore siamo a Fort Cochin.
Visito con calma ciò che più mi interessa: La chiesa di St Francis dove è stato
sepolto Vasco de Gama, la costa con le reti cinesi, il Dutch Palace e la
Sinagoga.
Da Parathode a Kottayam
Il 1 gennaio parto con il bus pubblico per Kottayam, i due
medici e Angiu con la figlia Mira mi accompagnano alla fermate (che è
vicinissima al centro ayurvedico) Robin mi da un biglietto con su scritto il
nome della fermata, pare il bus faccia una fermata proprio davanti all’hotel
prima di andare alla bus station. Un po’ di fatica a sistemare il borsone in
mezzo alla gente, finalmente ce la faccio e riesco anche a sedermi. A
Kanjirapally il bus si svuota e si sta anche più comodi. L’autista a cui ho
fatto leggere il biglietto mi fa scendere, in effetti, proprio davanti
all’hotel Homestead.
L’hotel è dentro ad un cortile, presenta bene, modesto ma
molto pulito, solo la stanzetta è piccola e dalla finestra entra pochissima luce,unico lato negativo. Faccio
un giro nelle vicinanze per capire dove sono: trovo subito una banca, un sarto,
negozietti vari, due ristoranti sono nel cortile stesso. Mi pare un buon
posto. Kottayam non è niente di che, ma
forse mi conviene tenela come punto d’appoggio per fare qualche giro nei
dintorni. Concordo subito un giro a
Kochi per domani,devo andare in auto, perché Cochin è lontana e in bus in
giornata non ce la farei. La bellissima impiegata dell’hotel mi mette in contatto
con Saji.