domenica 5 gennaio 2014

Un copia incolla dal mio diario manuale dal 1 al 5 gennaio

Da Kottayam a Varkala

5/1 Partenza alle 7,15  con Saji. Ho un bagaglio troppo pesante per  scarrozzarlo su e giù dai bus o treni. Arriviamo a Varkala alle 11 circa. Saluto il mio adorato autista e sbarco alla Cove consigliatami da Ulrike,  mi accoglie Reji con il quale avevo scambiato qualche mail e lo avevo avvisato del mio arrivo il 5 per telefono. Avevo capito che c’era qualche  problema, ma gli indiani non dicono mai di no. Vieni vieni  che una camera te la procuro. Insomma perdo un po’ di tempo mi racconta un sacco di cose inutili più o meno vere, mi propone una camera orrenda, ma alla fine mi trova una camera nella guest house vicina Shiva Garden. Posto da frik, camera bruttina, ma per una notte va bene, da domani dovrei essere al Cove, speriamo.  Qui la situazione è completamente diversa. Pieno di occidentali, dove sono finiti gli indiani quelli veri?  Il posto comunque è molto bello, ho dato un occhio alla spiaggia, è piena di gente, ben, piena si fa per dire, comunque c’è gente. E’ situata  alla base di una scogliera e ci si accede mediante lunghe scalinate. Pensavo di andare ancora in giro sulle backwaters, ma  visto questo posticino credo che in questi giorni me ne starò qui a fare vita ‘da spiaggia’ e di riposo

Kottayam.
4/1Kottayam  Decido di stare in città, devo preparare il bagaglio e fare un po’ di shopping.

Aleppy
3/1/2014  Volendo andare ad Aleppy avevo chiesto a Saji qualche informazione. Sapevo che da Kottayam c’è un traghetto alle 11, ma  è troppo tardi per me, così avevo deciso di andare con il bus la mattina presto e rientrare con il traghetto nel pomeriggio. Saji mi dice  che c’è un traghetto che parte alle 7,15 da Kanjiram che è a qualche km da Kottayam. Detto fatto la mattina alle 6,15 viene a prendermi un amico di Saji con il tuc tuc, facciamo circa 8 o 10 km e arriviamo a Kanjiram. Non c’è nessuno . . . c’è un traghetto fermo che mi sembra, ben non proprio nuovo, anzi una barcaccia mal andata. Boh? Partirà questo trabiccolo?  Dopo un po’ arriva un uomo, forse il capitano, noto che sulla fiancata c’è scritto capienza 101 persone, bene, ne mancano solo 99, gli altri siamo il capitano ed io. Il posto è deserto, c’è solo un tempio indù con qualche fedele. Questa situazione se pur incerta mi piace molto,  forse riesco a prendere l’unico traghetto che non è per turisti? A poco a poco arrivano persone, alla fine siamo in 6 o 7, I giubbotti salvagente ci sono. Partiti.  Il percorso è bellissimo, il sole illumina le risaie e la bruma mattutina. Palme che si specchiano nell’acqua, piante acquatiche, fiori uccelli, tanti uccelli bianchi, neri, e altri cicciotti con le ali marroncine, quando sono in volo sono color avorio, su una palma vedo anche un grande uccello, forse un rapace? Fa freschino ed è molto umido. Il traghetto  fa molte fermate in mezzo al nulla  e comincia ad animarsi, si inizia a vedere qualche casa, alle 8,30  salgono numerosi scolari, ma sono sempre io l’unica europea a bordo. Che bello, non mi par vero di fare la viaggiatrice e non la turista. Verso la fine del percorso siamo ben più delle 101 persone previste. Arrivati a destino mi rendo conto che viaggiare con il bagaglio grosso sarebbe un problema. Avevo pensato di fare la prima tratta verso Varkala con il bagaglio, ma cambio immediatamente idea. Il nostro traghetto si ferma in doppia file e  per scendere dobbiamo transitare su un altro, meno male che ho solo lo zainetto in spalla! Prima cosa appena scesa cerco un posto per fare colazione, sono le 9,30 e non ho ancora mangiato nulla.  Scarto un paio di posti ed entro in una bakery decente. Mi scelgo una scatola di biscotti e mi prendo un the, anzi un chai, perché avere the nero è quasi impossibile, solo con latte. Bene mi dico faccio una colazione all’italiana, senonchè la signora mi presenta una frittella sulla punta della forchetta, mi sembra un crafen, come dire di no? Fresh mi dice, in effetti è ancora calda, non è il massimo per la mia dieta, ma, appunto, come dire di no? E’ leggermente salata e piccantissima. Addio colazione all’italiana.
Faccio una sosta pipì in un lodge,  il proprietario mi intrattiene in chiacchiere e mi offre un the. Ha anche camere libere, quindi facilmente si trova da dormire dappertutto, non è che ci siano poi tanti turisti come dicono.
Decido di andare alla spiaggia, lascio le backwaters per l’oceano. Mi dicono che ci si arriva anche a piedi, un paio di km forse, visto che mi piace camminare parto spedita. Di tanto in tanto chiedo a qualcuno quanto manca, ma mi rispondono sempre che mancano tre km. Decido di prendere un tuc tuc e faccio bene, è lontanuccio e comincia a far caldo. Arrivo alla spiaggia enorme lunga e caldissima, se mmore, ci saranno 50 gradi, bevo come una spugna, arrivo all’acqua, ma mi fermo poco, torno sulla strada all’ombra  molto velocemente.
Trovo un bel ristorantino, mangio un ottimo trancio di pesce con patatine fritte e verdura. Hanno anche la birra, ma stranamente non ne ho voglia. Ancora una passeggiatina e poi prendo al volo un bus pubblico. Vado alla stazione dove prendo il bus di linea che in un’ora e mezza mi riporta a Kottayam.  Non ho trovato una piantina di Kottayam, ma non è difficile muoversi chiedendo informazioni in giro. Dalla stazione uscendo si gira a destra e per un lungo tratto si percorre  una via larga piena di negozi e palazzi, poi ad un grande incrocio si gira ancora a destra e sono già sulla  K K Road la via dove si trova il mio albergo, insomma in 20 minuti arrivo a casa. Oggi i ristoranti nel cortile sono chiusi, avevo adocchiato l’hotel Ambassador che è poco lontano e sembra accettabile.  Invece non e granché ed  è caro (in confronto al ristorantino del cortile). Prendo una zuppa e un intruglietto di verdure, mi pare ci sia la panna o il latte in entrambi. Bene domani non ci torno di sicuro.

Fort Cochin
2/1/2014  Saji mi fa subito buona impressione, partiamo all’alba per sfruttare le ore meno calde. Ci fermiamo a fare colazione lungo la strada e dopo due ore siamo a Fort Cochin. Visito con calma ciò che più mi interessa: La chiesa di St Francis dove è stato sepolto Vasco de Gama, la costa con le reti cinesi, il Dutch Palace e la Sinagoga.  

Da Parathode a Kottayam
Il 1 gennaio parto con il bus pubblico per Kottayam, i due medici e Angiu con la figlia Mira mi accompagnano alla fermate (che è vicinissima al centro ayurvedico) Robin mi da un biglietto con su scritto il nome della fermata, pare il bus faccia una fermata proprio davanti all’hotel prima di andare alla bus station. Un po’ di fatica a sistemare il borsone in mezzo alla gente, finalmente ce la faccio e riesco anche a sedermi. A Kanjirapally il bus si svuota e si sta anche più comodi. L’autista a cui ho fatto leggere il biglietto mi fa scendere, in effetti, proprio davanti all’hotel Homestead.
L’hotel è dentro ad un cortile, presenta bene, modesto ma molto pulito, solo la stanzetta è piccola e dalla finestra entra  pochissima luce,unico lato negativo. Faccio un giro nelle vicinanze per capire dove sono: trovo subito una banca, un sarto, negozietti vari, due ristoranti sono nel cortile stesso. Mi pare un buon posto.  Kottayam non è niente di che, ma forse mi conviene tenela come punto d’appoggio per fare qualche giro nei dintorni.  Concordo subito un giro a Kochi per domani,devo andare in auto, perché Cochin è lontana e in bus in giornata non ce la farei. La bellissima impiegata dell’hotel mi mette in contatto con Saji.

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