Arrivata a Delhi. Mi sono alzata alle 2,30, partita con il taxi alle 3.
Alle 3,30 ero in aeroporto inutilmente perché AI fa entrare solo alle 4,30. Ok. Alle 6 partita regolarmente, scalo a Kochin dopo una mezz’ora di volo e dopo
qualche traballamento siamo arrivati a Delhi puntuali ore 10,40 circa. Mi è
sembrato di arrivare a casa. Aria molto freschina che sembra quasi pulita, ma
si sta bene con i sandali. L’albergo è in Karol bag come sempre. Karol Bag mi
piace è una zona molto indiana piena di negozi. Gli alberghi sono innumerevoli,
ma stavolta sono in un posto che ho riconosciuto, vicino al Gran Market.
Ero
stanchina, ho pagato al taxista della State Express la prenotazione dell’albergo
e i biglietti del treno. Stile Avventure nel Mondo ho fatto conti su conti perché
volevo pagare una parte in euro e una parte in IR, il taxista era sconvolto, ma
alla fine ha telefonato in agenzia gli ha detto quanti soldi ritirava ed è
stato contento. Ora ho due biglietti del treno andata e ritorno da Derhadun e i
voucher per la prenotazione dell’albergo ora e per il rientro.
Sono uscita per mangiare qualcosa e ho riconosciuto la via del Gran
Market, Sta a vedere che ritrovo anche il mio ristorante preferito, ho
camminato un po’ e poi ho chiesto informazioni, proprio lui, ero a due passi, è
stato come tornare a casa. E’ una specie di fast food indiano, ma molto buono e
frequentato dalla classe media. Impiegati, signore che si fermano per uno
spuntino e se la contano un po’, studenti,
famiglie con bambini. E’ il posto in cui io mangio un riso biryani o un tandoori
e gli indiani mangiano la pizza o la pasta al pomodoro. Sono certa che andando
verso sinistra anziché verso destra ritrovo anche Tina, la parrucchiera dalla
quale sono andata a fare l’hennè tornando dallo Zanskar forse nel 2008. Non
vado a cercarla, non ne ho più bisogno,
Delhi è il solito casino e Karol Bag è anche peggiorata: una fiumana di
gente tra risciò, motorette, auto che strombazzano e parcheggi selvaggi.
Bancarelle che vendono di tutto tra mucchi di spazzatura dove razzolano cani spelacchiati.
L’impianto elettrico non è cambiato.
Un ragazzino ha insistito un bel po’ voleva lucidarmi i sandali (di
tela)
Domattina alle 5 sveglia, ho il treno per Derhadun
Non mi porterò il computer e per un po’ sarò isolata .
. . . . tra le montagne, nel freschetto a meditare.
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