Alla State Express con Sanjeev e Rinki. Indiani del Nord alti e più chiari di pelle, così diversi dai Tamil |
I tuc tuc gialli e verdi di Delhi |
Il ristorantino. Da fuori due indiani guardano un film alla TV che è sopra la mia testa. |
Aspettando che smetta di piovere |
Torno in hotel con il risciò, ci sono ancora e ce ne sono tanti. Poveri uomini che faticano per vivere, preferisco dare soldi a loro che agli autisti di taxi |
Arrivata a Delhi.
Cambia la lingua cambiano le persone, sembra di essere in un altro paese, e in effetti un po' è così.
Manco da Delhi dal 2010, sarà per i 18 gradi deliziosi ma la città mi sembra
molto migliorata. L’aria pulita, il taxista che mette la cintura di sicurezza,
è proprio cambiata, mi dico. Ma subito dopo: bambini laceri e sporchi, vecchi
che si trascinano, storpi, poveri esseri che cercano un po’ di elemosina. Passata
la zona delle ambasciate con i suoi viali alberati la città è quella di sempre.
Vado all’agenzia
State Express, li conosco da tanti anni, quante volte sono andata per
organizzare i giri con i gruppi di Avventure nel Mondo! Sanjeev è un po’ invecchiato, si è appesantito
ma è sempre gentile e molto efficiente, parla ormai un italiano perfetto.
Sempre della serie l’India
non è cambiata: sono in un albergo ‘buono’ o per lo meno ha la pretesa di
essere tale. Controllo il letto, le lenzuola non sono state cambiate, hanno ancora
questa abitudine. Me le faccio cambiare.
Sono nella zona di Karol Bag zona che
a me piace molto, esco per andare a mangiare qualcosa, ma non trovo la grande
via che chiamano Main Market, la zona è vasta, non ho molto tempo, né voglia di
litigare con qualche conduttore di tuc tuc per farmici portare, quindi scelgo
un ristorantino e mangio paneer tikka, naan e una zuppa lemon coriander. Vedo
che diventa buio, mi sembra strano è presto, poi capisco, in due secondi si scatena un’acquazzone degno
del periodo monsonico, la via si riempie d’acqua. Anche se smette di piovere
come torno in albergo? Per forza con un tuc tuc. Ci sono ancora molti risciò a
pedali, guidati da uomini pelle e ossa, sono un po’ meno stracciati di un tempo
e le bici sono belline, tutte uguali, ma loro sono poveri come allora, anzi
oggi che l’India è più ricca loro stanno anche peggio. Mi faccio accompagnare
in hotel e gli lascio una buona mancia, pedalare in quelle condizioni . . . oltre
alla pioggia che si prendeva in testa, ad ogni pedalata immergeva il pedale e un
piede nell’acqua, putrida ovviamente.
Ora son qui nel letto
con le lenzuola pulite !!!!!!!! Domani sveglia alle 4,30 parto per Rishikesh.
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