Non so per quale strano motivo non c'è più il tasto entra nel blog e devo fare un doppio salto mortale per entrarci. Incollo qui sotto alcune cose scritte nei giorni scorsi
10 dic
Per quel pochissimo che ho visto, il Kerala mi sembra più
ricco, meno caotico degli altri stati indiani.
Mi sono sistemata alla homestay, sono al bungalow n. 6.
Chiamarlo bungalow è riduttivo, perché è
una bella camera, molto accogliente. Come prevedevo sono l’unica
italiana gli altri ospiti sono tedeschi o indiani. Il personale è tutto indiano
e questo mi piace molto.
Sono già al terzo giorno di permanenza. Non ho tempo di
annoiarmi, le giornate sono scandite da tante cose piacevoli, l’unico punto
negativo è che devo alzarmi presto e presto vuol dire alle 6.
Potrei anche non farlo, ma si può dire di no ad un’ora di
camminata nella natura? Si può dire di no ad un’ora di yoga? E quindi ci si
alza alle 6.
Ho ricevuto già alcuni massaggi rilassanti. Vengono fatti a
4 mani da bravissime indiane tipicamente del sud, minute e basse di statura con
capelli neri e ricci. Due ombre gemelle che si muovono all’unisono
silenziosissime. Le poche parole necessarie sono appena sussurrate. Dopo il
massaggio un bel bagno di vapore per ripulire la pelle.
Trovare i pasti pronti mi piace molto, cucina indiana ottima
e varia, mangio anche troppo, finirò per ingrassare. Niente carne e mi va
benissimo niente vino e va un po’ meno bene, da bere solo acqua calduccia con
dentro un po’ di cardamomo o di zenzero.
11 dic
Da oggi inizio una
terapia per curare la mia famosa e noiosa
emicrania. Il dott. Jobin mi ha detto che dura una settimana e che
durante questo periodo non devo uscire, non devo andare dove c’è confusione, né fare la camminata della mattina alle 6. Ok se devo stare qui senza uscire mi va
benissimo, mi riposo, mi rilasso e non faccio nulla, posso dormire e alzarmi solo per la colazione ho pensato.
Ma avevo pensato male. Subito dopo con il suo fare gentile e
pacato mi ha detto che la medicina mi viene applicata alle 5 e un quarto della
mattina e io devo essere già sveglia da un quarto d’ora, morale anziché alle 6 devo alzarmi alle 5. Ohi
povera me, cosa non si fa per curare il mal di testa.
Il dott. Jobin è un
bel ragazzo di 33 anni, scuro ma con gli
occhi chiari. Non è così raro vedere
persone con gli occhi chiari, ma fa una
certa impressione. L’altro medico è il
fratello maggiore ed è più vecchio di una decina d’anni direi , il terzo è il padre, un bel signore
con i baffi bianchi. Chi ha iniziato l’attività è stato il nonno che è morto un
po’ di tempo fa, la nonna è mancata qualche mese fa ed avrebbe compiuto 100
anni.
Già gli antenati comunque vivevano su questa terra e
curavano con le erbe.
L’ambiente è bellissimo, collinoso, si è immersi nella
vegetazione, una vegetazione molto fitta. Ci sono diversi bungalow uniti da
camminamenti e sentieri ben tenuti, fiori esotici dappertutto.
Davanti alla mia casina c’è un bosco di alberi di caucciù, è
interessante vedere la gente lavorare, ieri è venuto un uomo con un dothi
chiaro alla Gandi e un turbante bianco, saliva con l’aiuto di una lunga e
pericolosa scala a pioli a tagliare i rami secchi. Tagliava a colpi di accetta
poi, servendosi di una corda, tirava su una latta di un impiastro azzurro con
il quale dipingeva la parte dove era stato tagliato il ramo. Forse per non
disperdere il prezioso liquido?
Oggi invece è venuto un altro uomo a fare una nuova
incisione sulla corteccia degli alberi, subito ha iniziato a scorrere il
liquido bianco. Attaccato al tronco di ogni albero c’è un contenitore, costituito da una mezza noce di cocco, che
raccoglie il liquido che cola. Una donna passa tutte le mattine a svuotare i
contenitori.
Non avevo mai visto, se non sui libri, raccogliere il
caucciù.
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