In
visita all’orfanotrofio siamo
andate in quattro: Sandra, Renate e Lisa, che aveva portato dalla Germania una
valigia piena di abiti, ed io.
Io
ero partita con il solo bagaglio a mano e non avevo nulla in eccedenza, tuttavia
ho deciso che di qualcosa potevo ancora
fare a meno. Qui le scarpe sono preziose. Ho pensato che sandali e ciabatte
sarebbero stati più che sufficienti. Ho lasciato quindi le scarpe chiuse di
tela blu, tornerò in Italia con i sandali e le calze. Poi ho lasciato una
maglietta rosa, un leggin azzurro. Dovrò comprarmi un pantalone, perché mi è rimasto quello della tuta, che userò soprattutto al Nord e
un solo pantalone leggero e qui comincia a far caldo.
Tre
suore gestiscono il ‘collegio’ che ospita soprattutto bambine e ragazze, c’è
qualche maschietto molto piccolo. Dopo i cinque anni i maschi vengono
alloggiati in un altro collegio, mi
hanno detto, ma io penso che tuttora siano più numerose le bambine abbandonate,
una figlia femmina rappresenta un guaio,
le cose sono cambiate, ma certe tradizioni sono difficili da sradicare,
soprattutto tra le classi meno abbienti e meno acculturate.. Sposare una figlia costa un patrimonio, per darle una
dote a volte la famiglia si indebita fino a rovinarsi, troppi sono ancora i
poveri e i poverissimi.
Penso
che, per una femmina, piuttosto che sposarsi e finire in una famiglia a far da schiava a tutti
sia meglio per lei essere abbandonata in qualche istituto.
Una
delle ragazze già grandicella mi ha detto di avere due sorelle e due fratelli.
Lei vive in quella ‘casa’ sta lì sempre, anche a Natale. Sembrava serena,
almeno lì di sicuro mangia tre volte al giorno.
Altre
sono orfane davvero o figlie indesiderate nate fuori dal matrimonio.
La
casa è decente, se non altro non sono per strada, vanno a scuola, sono pulite
e vestite bene.
Quando
siamo arrivati hanno cantato, ringraziato, molto educate, si vede che la
disciplina è ferrea.
La
cosa più buffa
Ognuna
di noi è stata poi circondata da un gruppo di ragazzine. Hanno un gran bisogno
di affetto e poi si sa che toccare la pelle bianca è, per loro, una curiosità
irresistibile. Io ne avevo intorno alcune grandi con cui parlavo e alcune di 7 o
8 anni che mi prendevano per mano, mi toccavano stupite le vene (sulle loro
mani cicciotte le vene non si vedono) mi accarezzavano le braccia.
Dati i
trattamenti giornalieri con olio caldo erbe e di tutto un po’ ho una pelle
morbidissima è vero, ma il paragone che hanno fatto è stato troppo divertente.
Una mi ha accarezzata sopra il gomito e colpita dalla morbidezza (di quelle che
sono ormai tendine pendenti ahimè) ha subito detto alle altre, senti senti qui
come è morbida ed immediatamente diverse manine
volevano provare la sensazione, senti come è morbida, sembra
. . . . . . . . ..sembra . . .. . e con un candore, illuminandosi, ha detto sembra la mammella delle mucche. Velluto, seta no eh? Niente meno che la mammella della mucca, che paragone
povera me!