Il Pongal è una delle feste più sentite in Tamil Nadu, forse la più sentita. E' la festa del raccolto, quindi cibo, quindi vita. Dura tre giorni, ma ha una lunga preparazione.
Io ho cambiato casa, dalla guest house di Veritè sono venuta qui a Sharanga, molto carina, e un po' più vivace rispetto a Veritè. La prima notte ho dormito poco, il cambio di letto e i nuovi rumori. Dormo con la testa ccontro ad una grande finestra (si vede nella foto) con zanzariera, di notte sento gli uccelli svolazzare a pochi centimetri da me, fanno il nido sotto la tettoia, io mi sono svegliata più volte, mi pareva di averli in camera. Ieri nonostante la notte insonne ho saputo che si poteva andare ad assistere al Pongal nel villaggio di Valikandapuram, che dista più di 100 km da qui ed è a sud, direzione capo Cormorin. Nonostante la stanchezza non voglio perdermi l'occasione.
Dalla guest house ci andiamo in due, io e Arushka, andiamo in bici fino alla Solar Kitchen da dove parte il bus.
Partiti alle 7,30 circa, siamo in 18 'stranieri' di vari paesi: Australia, Inghilterra, Cina (sì due cinesi), Francia, io sono l'unica italiana come spesso succede, ma mi va benissimo.
Quando sono su un mezzo di trasporto sono sempre felice, ma quanto mi piace viaggiare? Mi piace di più viaggiare che arrivare. Sono seduta vicino ad Arushka, ci siamo dette teniamoci d'occhio per non perderci nella folla, davanti a noi il ragazzo australiano con tanto di cappellaccio e scarponi, parla più con il naso che con le corde vocali, quando sento questo: tea yea yea ripetuto in continuazione non ci sono dubbi è un australiano.
Fuori l'India: pit pit pit, pliplo pliplo, piripapiripapiri, tut tut, pit pit e via di seguito per tre ore abbondanti. Alle 10,15 imbocchiamo una bella autostrada con tanto di fiori vari e oleandri rosa tra una carreggiata e l'altra. Arriviamo al villaggio dopo un'oretta.
Al villaggio ci aspettano e siamo gli ospiti di riguardo, ma il festival è comunque la loro festa che vivono in modo molto sentito.
Una lunga processione verso il tempio al suono dei tamburi e di strumenti a fiato. La visita al tempio dove ci è permesso di entrare. assistiamo alla cerimonia, alcuni bramini fanno offerte alle varie divinità, il tempio è antico e molto bello.
Poi i giochi, le danze, la cerimonia del dare il cibo agli umani e agli animali in segno di ringraziamento e di abbondanza. Offrono frutta, riso, e soprattutto il pongal, un dolce che preparano per l'occasione ed è una specie di polenta di semolino dolce con dentro spezie e forse frutta secca, buono. Lo fanno mangiare anche agli animali, che secondo me non l'apprezzano tanto, le capre sì loro mangiano tutto, ma alle mucche lo hanno messo in bocca a viva forza.
Dei giochi parlerò nel prossimo post
Io ho cambiato casa, dalla guest house di Veritè sono venuta qui a Sharanga, molto carina, e un po' più vivace rispetto a Veritè. La prima notte ho dormito poco, il cambio di letto e i nuovi rumori. Dormo con la testa ccontro ad una grande finestra (si vede nella foto) con zanzariera, di notte sento gli uccelli svolazzare a pochi centimetri da me, fanno il nido sotto la tettoia, io mi sono svegliata più volte, mi pareva di averli in camera. Ieri nonostante la notte insonne ho saputo che si poteva andare ad assistere al Pongal nel villaggio di Valikandapuram, che dista più di 100 km da qui ed è a sud, direzione capo Cormorin. Nonostante la stanchezza non voglio perdermi l'occasione.
Dalla guest house ci andiamo in due, io e Arushka, andiamo in bici fino alla Solar Kitchen da dove parte il bus.
Partiti alle 7,30 circa, siamo in 18 'stranieri' di vari paesi: Australia, Inghilterra, Cina (sì due cinesi), Francia, io sono l'unica italiana come spesso succede, ma mi va benissimo.
Quando sono su un mezzo di trasporto sono sempre felice, ma quanto mi piace viaggiare? Mi piace di più viaggiare che arrivare. Sono seduta vicino ad Arushka, ci siamo dette teniamoci d'occhio per non perderci nella folla, davanti a noi il ragazzo australiano con tanto di cappellaccio e scarponi, parla più con il naso che con le corde vocali, quando sento questo: tea yea yea ripetuto in continuazione non ci sono dubbi è un australiano.
Fuori l'India: pit pit pit, pliplo pliplo, piripapiripapiri, tut tut, pit pit e via di seguito per tre ore abbondanti. Alle 10,15 imbocchiamo una bella autostrada con tanto di fiori vari e oleandri rosa tra una carreggiata e l'altra. Arriviamo al villaggio dopo un'oretta.
Al villaggio ci aspettano e siamo gli ospiti di riguardo, ma il festival è comunque la loro festa che vivono in modo molto sentito.
Una lunga processione verso il tempio al suono dei tamburi e di strumenti a fiato. La visita al tempio dove ci è permesso di entrare. assistiamo alla cerimonia, alcuni bramini fanno offerte alle varie divinità, il tempio è antico e molto bello.
Poi i giochi, le danze, la cerimonia del dare il cibo agli umani e agli animali in segno di ringraziamento e di abbondanza. Offrono frutta, riso, e soprattutto il pongal, un dolce che preparano per l'occasione ed è una specie di polenta di semolino dolce con dentro spezie e forse frutta secca, buono. Lo fanno mangiare anche agli animali, che secondo me non l'apprezzano tanto, le capre sì loro mangiano tutto, ma alle mucche lo hanno messo in bocca a viva forza.
Dei giochi parlerò nel prossimo post
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