Ma che bella che è l'India che si sveglia
E' mattina, mi sono svegliata con la voglia di una passeggiata e di un cappuccino.
Sono seduta al Romya e osservo Agonda che si sta svegliando, con i suoi ritmi, con i suoi riti.
Guardo la strada, passano le mucche flemmatiche e incuranti di ciò che accade intorno a loro.
Passano le venditrici di verdura fresca, indossano il sari e in testa portano grandi bacinelle di alluminio colme di verdure.
Passa popi popi popi, in bici o in motorino, il venditore del pane.
Passa a piedi il giornalaio, ad ogni indiano consegna il giornale e una corona di fiori gialli.
Gli indiani iniziano la giornata con il chai (the con latte dolcissimo) e il giornale. Sempre.
Intanto i kashmiri aprono i loro negozi pieni di mercanzie da vendere a turisti. Dalle pashmine ai gioielli di ogni tipo, un po' veri e un po' no.
I kashmiri passano la stagione turistica Nell'India del sud, così come i camerieri e i gestori di ristoranti. Arrivano dal Arunachal Pradesh, dall'Assam, dal Nepal.
Il gestore del Romya è nepalese, così come i gestori del mio ristorante preferito, l'Agonda Coner.
Bandierine tibetane appese ad incorniciare l'apertura verso la strada una musica di sottofondo, un mantra
Om Mani Padme Hum
Om Mani Padme Hum
Om Mani Padme Hum
Om Mani Padme Hum
Om Mani Padme Hum
Ciao Vi...che gioia leggere quanto scrivi e descrivi.
RispondiEliminaGrande nostalgia dell India e di Agonda soprattutto.
Qui freddo polare ma nella nuova casina sto bene, sempre alle prese con la burocrazia che ora è pure digitale e la vecchia boomer qui...fatica! Vi trovo in forma tu e Marisa che saluto.
Alla prossimz