Seduta
su una sedia di vimini verniciata in verdino, davanti alla porta della stanza
numero 20, aperta sulla balconata
verniciata in celeste, comincio a scrivere qualcosa che pubblicherò stasera.
Un’oasi
di pace in mezzo al caos classico delle città indiane.
L’albergo
è frequentato da viaggiatori di passaggio e da tanti musicisti o amanti della
musica che vengono qui ogni anno per i concerti. Sono circa 4000, sì,
quattromila i concerti del mese di dicembre.
All’accademia
musicale iniziano alle 9 della mattina e
sono gratuiti fino alle 16 . Poi l’entrata è a pagamento e continuano a suonare
fino a tarda sera.
Stamattina
a colazione nel ristorante dove andiamo tutti, ho conosciuto uno Stefano
Bollani olandese, che è qui tutti gli anni entra all’accademia alle 9 del
mattino ed esce a mezzanotte.
C’è
anche un greco vestito di arancione.
Di
fianco a noi abitano un belga di nome Ben e nella prima camera uno svizzero di
nome Roland, poi ho sentito parlare francese e anche italiano. Tutti
viaggiatori silenziosi, interessati, colti, davvero una meraviglia. Molti
uomini single non più giovani, dai 60 in
su, incredibile!
Eccomi,
è sera, abbiamo cenato al solito Ananda Bhavan una zuppetta e chapati, nient’altro,
oggi abbiamo già mangiato troppo.
Siamo andati a sentire un po’ di musica indiana, il teatro
dell’accademia musical è molto grande, bello e con aria condizionata, un’altra India. Nel pomeriggio abbiamo visitato il St George Fort, il museo e la chiesa di St Mary poi siamo rientrati quando il casino ha cominciato ad essere troppo. E’ inimmaginabile la quantità di persone che si stava riversando sulla spiaggia, abbiamo preso al volo un tuc tuc e siamo rimasti intrappolati in un incrocio per un quarto d’ora, poi per fortuna ne siamo usciti. Non c’è nulla di meglio di stare qui tranquilli nel nostro bell’alberghetto, mentre fuori tutti impazziscono.