Sabato 26 gennaio
Pavithra sta per partire per
Tiruvannamalai si fermerà qualche giorno, poi partirà per
Trivandrum e l'Europa. E' la festa della notte di plenilunio,
dappertutto ci sono manifestazioni ma a Tiruvanna c'è il giro del
monte sacro, ogni mese si ritrovano migliaia e migliaia di fedeli.
Dasha ed io ci pensiamo un attimo, ma proprio solo un attimo,
partiamo anche noi? Partiamo.
Un bel tuffo nell'India dei
pellegrinaggi.
Partiamo quindi in tre con un auto.
Entrare in città è un grosso problema, da stamattina ci sono mezzi
in arrivo che scaricano persone. Le strade principali sono chiuse e
le altre sono intasate di bus, camion, trattori, auto, tuc tuc, bici,
mucche, gente a piedi ci impieghiamo quasi un'ora per arrivare al
centro dove Pavithra ha una camera prenotata. Io e Dasha non abbiamo
posto per dormire, speriamo di trovare qualcosa, se no dovremo
partire stanotte dopo la camminata. Messi finalmente i piedi a terra
e dopo aver accontentato anche lo stomaco ci mettiamo alla ricerca di
un posto per dormire, alberghi neanche a parlarne, cerchiamo presso i
privati. Dopo alcuni tentativi andati a vuoto troviamo l'ultima
camera disponibile al SRI NANNAGARU ASHRAMAM, è accettabile ed
economica (6 euro in due) felicissime!
Festeggiamo con un tali al Sathia café
e sul tardi ci uniamo anche noi alla folla che vediamo sfilare
ininterrottamente da ore ed ore. Sarà così ancora per tutta la
notte.
E' buio, sono circa le 7,30 quando ci
infiliamo nel fiume umano. Pochi europei, sono tutti indiani arrivati
da ogni dove e con ogni mezzo. Abbiamo davanti circa 12 o 13 km, non
si sa bene. Gruppi che pregano o suonano tamburi, tintinnio di
cavigliere, altoparlanti che diffondono mantra cantati con voci
lente e profonde. Molta gente cammina a piedi nudi, i sari colorati e
luccicanti si confondono tra gli abiti bianchi degli uomini e quelli
arancioni di santoni. Ai bordi della strada venditori di acqua,
frutta, fritelle, chai, succo di canna e mendicanti, tanti come da
tempo non ne vedevo: ciechi, storpi, lebbrosi, gente senza braccia
e/o senza gambe, sadhu seminudi con il corpo dipinto, un tuffo nella
vecchia India. La strada è larga e molto illuminata, in
corrispondenza dei templi ci sono fuochi accesi, alcuni molto grandi,
altri hanno lumini per terra, è suggestivo, i fedeli aggiungono
essenze e fanno lunghe code per entrare a pregare prima di riprendere
il cammino.
Noi tre ci teniamo d'occhio per non
perderci tra la folla, tutta questa gente che cammina fa impressione,
mette le vertigini, è un'esperienza interessante. Certo è India,
quindi chiassosa, disordinata, caotica, non assomiglia neanche un po'
alla pace della kora del monte Kailash fatta in Tibet un po' di anni
fa.
Dopo 4 ore di cammino con qualche pausa
per rifocillarci, rientriamo in città, il giro è quasi al termine e
mi dispiace, non sono stanca e la temperatura è così gradevole.
Ritroviamo la strada dove abbiamo la
camera che ci attende e con i piedi fumanti ma molto soddisfatte ci
sistemiamo sui letti puliti, rigidi, spartani al massimo. C'è
qualche ospite non pagante ma è normale, la stanza è grande, ben
aereata e abbiamo anche un bagno ovviamente senza acqua calda. Ormai
non faccio una doccia calda da un mese e non mangio carne da un mese.
La mattina la folla è scomparsa, la
situazione è di nuovo normale.
Dopo colazione faccio la frikkettona.
Ci viene segnalato un posto dove cantano dalle 10 alle 12, ci
andiamo.
Il bestiario è molto interessante,
tutti europei e qualche asiatico vestiti da indiani, da santoni.
Insomma frik di tutte le età, molte le persone sui 60 e più. Chi
medita, chi sta stravaccato, chi sembra fatto, chi danza finte danze
indiane.
Gli indiani, quelli veri, poco distanti
da noi si stanno facendo il mazzo a pulire spazi verdi a colpi di
accetta e a spazzare e cucinare. C'è un solo ragazzo che mi sembra
reale, carino capelli un po' lunghi e ordinati, tee shirt azzurra
pantaloni a scacchi, è seduto fuori, e guarda con attenzione verso
il muro dove sono seduti alcuni di questi personaggi, io lo vedo
dalla finestra, disegna su un quaderno, per tutto il tempo disegna e
scrive, serio attento, normale. Purtroppo non faccio in tempo ad
uscire per vedere che cosa ha disegnato, pazienza. Le canzoni sono
anche belle, sono mantra che si possono cantare tutti insieme
facilmente, è piacevole, i due musici che guidano il coro sono
bravissimi.
Parlando poi con alcune persone si
scopre che sono molto più normali di quel che sembrava a prima
vista, ma tutti insieme fanno un certo effetto. Da frik.
Pranziamo ancora con Pavithra poi ci
carambolliamo con un tuc tuc fino alla stazione dei bus. Chiediamo
qua e là, le scritte sono tutte in Tamil, ma facilmente e
spintonando un po' come è d'uso, riusciamo a saltare su un bus che
va a Pondycherri diretto. Si parte immediatamente, l'autista è un
po' matto, ma speriamo nella buona sorte.
In tre ore siamo a Pondy, il tempo di
mangiarci una fetta di torta e un the e partiamo per Auroville.
Stanche, ma neanche molto, e
soddisfatte.
Davanti al Sathià cafè |
Riposo durante la camminata |
Folla in cammino di giorno |
I fuochi davanti ai templi |
Ospitenon pagante nella nostra camera |
Camminando |
Camminando |
Sosta the durante la camminata |
Gente in cammino di giorno |
La stanza trovata per intervento del guru |
Lo sri nannagaru ashramam |
Il sacro monte di cui abbiamo fatto il giro con i pellegrini |
Sul bus pubblico verso Pondy |
Pranzo a Tiruvannamalai prima di partire noi per Pondy ePavitra per Trivandrum |
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