lunedì 2 marzo 2015

Delhi, un India diversa ma con i problemi di sempre


Alla State Express con Sanjeev e  Rinki. Indiani del Nord alti e più chiari di pelle, così diversi dai Tamil

I tuc tuc gialli e verdi di Delhi

Il ristorantino. Da fuori due indiani guardano un film alla TV che è sopra la mia testa.

Aspettando che smetta di piovere

Torno in hotel con il risciò, ci sono ancora e ce ne sono tanti. Poveri uomini che faticano per vivere, preferisco dare soldi a loro che agli autisti di taxi




Arrivata a Delhi. Cambia la lingua cambiano le persone,  sembra di essere in un altro paese, e in effetti un po' è così. Manco da Delhi dal 2010, sarà per i 18 gradi deliziosi ma la città mi sembra molto migliorata. L’aria pulita, il taxista che mette la cintura di sicurezza, è proprio cambiata, mi dico. Ma subito dopo: bambini laceri e sporchi, vecchi che si trascinano, storpi, poveri esseri che cercano un po’ di elemosina. Passata la zona delle ambasciate con i suoi viali alberati la città è quella di sempre.
Vado all’agenzia State Express, li conosco da tanti anni, quante volte sono andata per organizzare i giri con i gruppi di Avventure nel Mondo!  Sanjeev è un po’ invecchiato, si è appesantito ma è sempre gentile e molto efficiente, parla ormai un italiano perfetto.
Sempre della serie l’India non è cambiata: sono in un albergo ‘buono’ o per lo meno ha la pretesa di essere tale. Controllo il letto, le lenzuola non sono state cambiate, hanno ancora questa abitudine. Me le faccio cambiare. 
Sono nella zona di Karol Bag zona che a me piace molto, esco per andare a mangiare qualcosa, ma non trovo la grande via che chiamano Main Market, la zona è vasta, non ho molto tempo, né voglia di litigare con qualche conduttore di tuc tuc per farmici portare, quindi scelgo un ristorantino e mangio paneer tikka, naan e una zuppa lemon coriander. Vedo che diventa buio, mi sembra strano è presto, poi capisco,  in due secondi si scatena un’acquazzone degno del periodo monsonico, la via si riempie d’acqua. Anche se smette di piovere come torno in albergo? Per forza con un tuc tuc. Ci sono ancora molti risciò a pedali, guidati da uomini pelle e ossa, sono un po’ meno stracciati di un tempo e le bici sono belline, tutte uguali, ma loro sono poveri come allora, anzi oggi che l’India è più ricca loro stanno anche peggio. Mi faccio accompagnare in hotel e gli lascio una buona mancia, pedalare in quelle condizioni . . . oltre alla pioggia che si prendeva in testa, ad ogni pedalata immergeva il pedale e un piede nell’acqua, putrida ovviamente.
Ora son qui nel letto con le lenzuola pulite !!!!!!!! Domani sveglia alle 4,30 parto per Rishikesh.

Nessun commento:

Posta un commento