martedì 13 marzo 2012

giovedì 23 febbraio 2012

Un alberghetto






Sono piombata nell'India profonda. Sono arrivata in una cittadina vicino all'aeroporto di Chennai dopo aver visitato Mamallapurai che merita veramente anche se piena di gruppi di turisti. Tanto turismo interno.
Bene sono arrivata in albergo, un albergo nuovo, talmente nuovo che e' in costruzione. E' su una strada trafficatissima, ma di piu'. al lato stanno facendo dei lavori, per cui c'e' un canale scavato lungo tutta la strada, il marcapiede e' inesistente. Macerie immondizia, mucche, capre e tanto ma tanto traffico strombazzante. . Mi hanno assegnato la camera n. 125. E' nuova ma come tutte le cose nuove in India nascono gia' vecchie. C'e' un gran letto a tre piazze che occupa tutta la stanza. c'e' il televisore, l'aria condizionata, ma non c'e' una lampada per leggere, non c'e' nemmeno una sedia' non c'e' uno specchio da nessuna parte. C'e' un bagno quasi discreto. Entro, il letto ha un lenzuolo bianco tirato perfettamente. lo apro e sotto c'e' un lenzuolo sporco stropicciato e  . .  lasciamo perdere. Ovviamente mi faccio cambiare tutto. Molto gentili, ma parlano solo tamil.  Esco in questo caos per cercare un internet point, mi barcameno tra tuc tuc, mucche capre immondizia e macerie, Eccomi qua l'ho trovato. Vorrei fotografarlo perche non si puo' spiegare quant'e' piccolo, mi sembravano scatoloni appoggiati al muro invece sono i gabbiotti con dentro un computer. Ce ne sono almeno 6 e la stanza e' poco piu' grossa del mio bagno e' al piano superiore di un vecchio edificio edificio, a furia di chiedere l'ho trovato.. Non so se riusciro' a fare una foto della strada in cui 'abito' ho le batterie della macchina fotografica scariche, ma comunque non rendera' mai l'idea del casino, del rumore e della polvere. Sotto l'albergo c'e' un ristorantino nuovo anch'esso, stasera lo provero' Ah dimenticavo mi sono fatta portare in camera un the. Pessimo! Ma ho solo una notte e comunque ora la mia camera e' abitabile, mettero' i tappi nelle orecchie.Ora se riesco ad uscire dal gabbiotto del computer (molto piu' piccolo di una cabina elettorale) mi avvio verso il mio albergo nuovo.

martedì 21 febbraio 2012

Arrivederci

Oggi e' il mio ultimo giorno ad Auroville, domattina parto per Mamallipuram e il 24 per Chennai e per l'Italia.

Per salutarvi parliamo di cibo: vi scrivo la ricetta per preparare il dal.
Soffriggere carote e cipolle , aggiungere il dal (lenticchie), si possono mischiare tipi diversi  quello rosso, quello bianco di grandezze diverse, come vi pare. Aggiungere acqua, in po' di cumino e un po' di curcuma (Tumeric) e cuocere. Facile facile. Gli indiani friggono le spezie in olio prima di aggiungerle ai legumi.

Preparano poi il cavolfiore in un modo che a me e' piaciuto molto:
Lessare il cavolfiore ma tenerlo al dente. dividerlo a pezzi infarinarlo nella farina di mais  quella bianca pero', friggere in olio bollente aggiungendo le spezie (Gobi Manchurian mix)

Ieri sera ho cenato alla terrace sopra la Solar kitchen, generalmente la sera mi tengo molto leggera anche perche' vado a dormire presto, ieri invece non so perche' ho esagerato.
C'era il lassi alla banana vuoi non prenderlo? A me piace molto ma sarebbe bastato come cena da solo. Poi volevo prendere l'humus, ma mi sembrava che il lassi (yogourt e banana frullati) insieme alla farina di ceci non fosse un buon abbinamento, quindi ho optato per il piatto del giorno che consisteva in zuppa di spinaci, insalata di verdure, una fetta di polenta, (si' proprio polenta ben calda che si accompagna bene con la temperatura) ben condita e un dolce piccolino ma con il cioccolato. Dopo mi sono fatta la solita pedalata per tornare a casa e ho digerito tutto (la polenta pero' non l'ho mangiata, mi sembrava troppo)

Rare volte, in questi due mesi,  ho mangiato carne o pesce,  non ho  bevuto mai  neanche un bicchiere di birra! Qui non si trova alcun tipo di bevanda alcoolica, ma a Pondy volendo si trova la birra. Speravo di dimagrire, ma nonostante la dieta, lo yoga e la bici, credo di non aver perso neanche un etto.

A presto!

lunedì 20 febbraio 2012

Ultimi giorni

Oggi e' martedi' 21 febbraio, non capisco perche' il blog mi segna ancora la data di ieri, ma non facciamoci troppe domande.

Solo piu' oggi e domani, poi partiro' per Mamallapuram la mattina del 23. Staro' un giorno a Mamallapuram e  la sera arrivero'  nei pressi dell'aeroporto dove spero di trovare un alberghetto per l'ultima notte. Il 24 mattina avro' il volo per Delhi e poi per Milano.

Ora che sto ripendendo a spikkare inglish fluently  e ad andare in bici con piu' disinvoltura  e' ora di rientrare.
Qui sta iniziando a fare molto caldo e sebbene a me piaccia il caldo devo dire che a volte e' pesante, non oso pensare cosa sara' nei mesi di aprile e maggio.
Sono due mattine che mi sveglio con una nebbia calda e umida, poi viene fuori il sole. E' ancora sopportabile, ma a pedalare si suda moltissimo.
Da quando sono qui ha piovuto n'ora,il giorno in cui  ero a Pondy con la ragazza di TaiWan, diversamente sempre cielo sereno e sole a picco!
Stanno sbocciando tanti tantissimi fiori di ogni colore.

Tra poco andro' a mangiare, nel pomeriggio devo cominciare a sistemare il bagaglio, poi forse, (ma forse) faccio ancora un salto a Pondy. Devo riabituarmi a fare dei programmi, finora ho vissuto alla giornata, ma avendo un volo tra pochi giorni mi  devo organizzare. Mh questo mi disturba un po'

Non ho mai parlato dei lati negativi. Ci sono. E' comunque India con la sua natura selvaggia.
A parte i problemi dovuti al ciclone per i quali abbiamo avuto la corrente solo verso fine gennaio, ora continua a mancare spesso. C'e' un generatore, ma la torcia deve essere sempre a portata di mano.
Le notti sono allietate da insetti d'ogni sorta, a parte le zanzare che, nonostante tutte le finestre abbiano la zanzariera,  sono poche ma ci sono. Ho ritrovato qui degli insettini neri con i quali avevo convissuto nei miei primi viaggi in India. Ricordo che a Kajoraho nelle camere in cui avevamo dormito ce n'erano a migliaia. Qui no, ce ne possono essere venti venticinque per notte, non pizzicano, ma vederli svolazzare e passeggiare per il soffitto non e' piacevole.  Poi ci sono quei   ragni bruttini che si spostano saltando e mordono. le formiche che invadono dappertutto etc etc etc.
Dormo tranquilla quando in camera c'e' un geco che cammina sul soffitto, ma non tutte le notti mi viene a trovare.

Ancora a Pondy





Ieri lunedi 20 febbraio sono andata a fare ancora un massaggio in acqua, molto rilassante, poi, chiamato il solito tuc tuc, ho deciso non rientrare a casa, ma di proseguire per Pondy, volevo ancora fare un po' di acquisti, Si trovano tante cose interessanti a prezzi per noi molto convenienti.
Ho finito il massaggio alle 14 e avevo una gran fame, Ho chiesto al driver di accompagnarmi in un ristorante indiano. Bravissimo il mio autista, si e' fermato lungo la main road davanti ad un buon ristorante che si chiama Vanakam Puduvai (Chettinad Restaurant). Finalmente un autista che non mi propone un posto per turisti! Ero l'unica europea, ho mangiato ovviamente il thali perche' e' comunque il loro piatto piu' comune. Ottimo, ho notato che le scodelline sono allineate in ordine, le ultime tre sono a destra e si inizia con la prima a sinistra. Ho speso quanto si spende in un buon ristorante indiano 103 IR ( 1 euro e 50) anzi ho speso anche un po' di piu' perche' ho bevuto la pepsi e ho preso il naan che a me piace molto ma non c'entra nulla con il loro piatto tipico.
Dopo,  rifocillata e rinfrescata mi sono fatta accompagnare a Pondy, ho fatto un po' di acquisti e verso le 17 sono rientrata a Samasti in Auroville
Nella citta' di Pondy c'e' un altro buon ristorante indiano, quello in cui ero stata con Clare, la maestra di canto canadese. E' il Suguro restaurant di Mission Street, qui ci sono stata una seconda volta a mangiare il dosa, altro piatto tipico del Tamil Nadu. Rigorosamente vegetariano,  buono e piu' facile da mangiare. E' una specie di grossa crepe che ha all'interno un miscuglietto di verdure e alcune coppette di salsine nelle quali si intingono i pezzi della crepe strappati con le dita della mano destra..

Una giornata con Maria Monti

Oggi il blog pare funzionare, non so perche' ogni tanto fa le bizze.
Sono agli ultimi giorni, la partenza si avvicina.
Sabato ho concluso brillantemente un corso di massaggio ayurvedico. E' stato molto impegnativo mi e' piaciuto e ho imparato.
Domenica ho deciso di riposarmi andando al mare, con grande piacere ho saputo che Maria  sarebbe venuta con me volentieri. Le ho telefonato ed abbiamo deciso di andare, Il suo autista di fiducia non era disponibile, cosi' mi ha chiesto se conoscevo io qualcuno, anche il tuc tuc le sarebbe piaciuto. Detto fatto ho chiamato il solito tuc tuc che pago come un taxi, ma il driver e' bravo e disponibile. Siamo partite traballanti e svolazzanti con il  tuc tuc.
Abbiamo fatto una passeggiata, poi siamo andate in un ristorantino che avevo gia' provato con Grrace, e' nel villaggio di pescatori, ma  in una via inerna, non sul mare. E' gradevolissimo con le sedie e i tavoli in bambu' all'ombra delle palme e dei sari colorati utilizzati come tende parasole.
Abbiamo mangiato pesce alla griglia (e bevuto sprite!). Abbiamo fatto un giro tra le bancarelle, tutto molto adagio, perche' Maria che ha piu' di 70 anni ha avuto un qualche guaio con la salute e ora ha problemi di equilibrio, cammina appoggiandosi ad un ombrello (non vuole usare il bastone) e deve stare molto attenta a dove appoggia i piedi, nonostante cio' va dappertutto. Abbiamo preso un po' di sole in spiaggia e verso le 17 siamo tornate con il solito tuc tuc.
Ne ho approfittato per chiederle della sua vita, non mi pareva vero averla a disposizione una giornata intera e non sapevo se   avrebbe parlato volentieri di se' stessa, ma mi ha raccontato . .
Di Giorgio Gaber il suo primo grande amore, delle canzoni che con lui ha scritto e ha cantato, del lavoro nel teatro, del lavoro con Paolo Poli,  delle canzoni di protesta, per le quali ha anche avuto dei problemi,  della sua conoscenza di Fausto Amodei. Quando le ho nominato Fausto Amodei  e le ho detto che ogni tanto lo incontro al Folkclub o a Maison Musique si e' messa a ridere e mi ha detto di salutarglielo e di chiedegli cosa ne pensa di Auroville.
Mi ha cantato qualche pezzo di canzone, mi ha detto che l'ultimo lavoro che ha fatto lo ha fatto per il teatro ed e' stato uno spettacolo su Savitri. L'ultimo cd che ha inciso si chiama Oltre Oltre, ma non e' in vendita nemmeno su internet, era dispiaciuta che non ne aveva  con se' neanche una copia, me l'avrebbe  regalata volentieri.
Mi ha detto, ridendo un po' di se' stessa, che piu' volte nella sua vita ha avuto delle "crisi mistiche" e' sparita per un po' di tempo e poi ha ripreso il lavoro, cambiando magari genere.
E'   brillante spiritosa simpatica, soprattutto molto ironica con se' stessa. E' ancora una bella donna, alta, un bel viso e due grandi occhi azzurri.
E' stata una giornata molto piacevole terminata con un the a casa sua, nell'appartamento dove abita in Auroville. Ad Auroville viene da diversi anni, ma la sua casa e' a Roma, non credo diventera' mai aurovilliana. 

martedì 14 febbraio 2012

flora e fauna






Anche oggi ho un pochino di tempo. Meno male che si avvicina la data di partenza, perche' comincio ad avere anche qui troppi impegni.
Fa sempre piu' caldo, non so davvero come si stara' in aprile e maggio che sono i mesi piu' caldi. Ormai dormo quasi ogni notte con il ventilatore acceso e la finestra aperta. La sera e la  notte comunque si sta bene ma di giorno il sole picchia. In compenso stanno sbocciando tanti bellissimi fiori, quando sono arrivata erano poche le piante fiorite, forse anche a causa del ciclone ora invece le bouganville sono cariche di fiori rossi e rosa, cosi' come l'ibiscus, poi ci sono cascate di fiori azzurri, gialli, viola ovunque, alberi con fiori bianchi, e' una meraviglia.
Continuano a cantare molti uccelli, per fortuna non tutte le notti sono intorno alla casa dove abito se no occorrerebbero i tappi per le orecchie.
Il grido che pensavo essere del pavone, ho scoperto che e' invece quello di un uccello notturno grande come un allocco. lo chiamano anche l'uccello della follia. il suo cantare parte da una nota e si alza sempre piu'. Esegue due melodie diverse, molto belle, ma in effetti ti trapana il cervello se ce l'hai vicino. Il pavone emette delle grida paurose, sembra un gatto in calore, la sera (e qualche volta anche la notte) uno canta e altri rispondono, possono andare avanti anche per un'ora. Poi ci sono le 7 sorelle, uccelli grigio-marroncino di media grandezza che viaggiano sempre in gruppi di 7. Non sono mai riuscita a contarli, ma in effetti sono sempre in gruppo. Poi i colibri' piccoli e graziosi, un uccello giallo canarino che ho visto solo da lontano. Altri neri e con la coda biforcuta assomigliano alle nostre rondini, poi la bellissima upupa e i corvacci.
Tutti insieme fanno dei bei concerti ma i corvi, i pavoni e l'uccello della follia e' meglio sentirli da lontano!

Come farsi fregare consapevolmente

Pensavo di non scrivere oggi invece eccomi qui. Il blog non mi funziona ma comincio a scrivere una mail, poi faro' un copia incolla.
Sono venuta alla Town Hall (il centro amministrativo di Auroville) perche' avevo bisogno di ricaricare la mia carta di credito di Auroville e anche di avere dei soldi in contanti. Denaro in contante non ne potrebbero dare, ma c'e' un'impiegata piu' sveglia delle altre che riesce a farlo facendo fare al denaro un giro sulla carta. Il problema e' che non  sempre riesco a beccare questa ragazza. Oggi ce l'ho fatta, e' stata velocissima e ora mi rimane un bel po' di tempo libero.
Ho fatto un paio di affaroni:
Ieri avevo bisogno di andare al mercatino  e al villaggio per fare un po' di spesa, col caldo che faceva non avevo voglia di andare in bici, anche perche' il ritorno e' tutto in salita e il tempo che avevo era poco. Ho chiamato il tuc tuc.
Mi piace molto viaggiare in tuc tuc, lo preferisco al taxi. Sul taxi mi pare di essere una ricca turista mentre sul tuc tuc mi sento piu' vicina alla gente. E risparmio anche direte voi. NO non risparmio, il tuc tuc costa come il taxi, a volte addirittura  di piu' ed e' molto piu' scomodo. Questo e' l'affare numero uno.
Secondo affarone, sono qui all'internet point della town hall, e' molto comodo, le tastiere sono morbide, ma e' a tempo, ho a disposizione solo 45 minuti. E' free, ma mi ha detto l'impiegata in sari rosa che ormai mi conosce e mi chiama per nome, mi ha detto che e' a offerta libera. Morale ho pagato di piu' per avere meno tempo a disposizione, ma lei e' gentile e mi spiaceva dirle di no. L'inportante e' farsi fregare consapevolmente.

lunedì 13 febbraio 2012

Vari tipi di persone

MMMMMMHHH anche oggi mi e' toccata la tastiera dura, c'e' libero anche un altro computer, ma lo sta utilizzando il ragazzo che e' addetto all'internet point, quello che allinea i blocchi notes sulla scrivania per intenderci. Ne ha bisogno lui  . . .per giocare al solitario . . . .

Bene ieri, domenica, sono andata al mare. Il tempo era bellissimo come sempre e l'oceano neanche troppo agitato. Ho fatto un bel bagno, ma sono stata in spiaggia pochino perche' faceva tanto caldo e poi c'era con me una signora che soffre un po' a stare al sole. Siamo andate a mangiare pesce in un ristorantino. Pesce e cocacola ovviamente, ma quando lo berro' un bicchiere di vino bianco fresco?
La signora si chiama Grace, e' arrivata da Sidney da poco, e' australiana ma ha origini italiane. Ha gia' vissuto in giro per l'India per anni, sta cercando un modo di vivere in controcorrente e non lo ha ancora trovato. E' approdata ad Auroville dove cerchera' di capire se questo puo' essere il suo posto, ma da cio' che dice mi pare che la vita ad Auroville sia per lei ancora troppo attaccata al denaro e ai valori del consumismo!
Non usa ne' la motoretta ne' la bici, si sposta in autobus, quando proprio ha bisogno usa il taxi. Si veste come le indiane, abiti lunghi su pantaloni lunghi, solo porta un bel cappello a tesa larga color turchese.
E' la persona piu' coerente che abbia conosciuto finora. Vuole vivere in modo autonomo senza dipendere dalla civilta' dei consumi e fa di tutto per non tradire i suoi valori.
Ha cambiato vita un bel po' di anni fa, era un avvocato-economista, ha venduto cio' che possedeva, ha studiato ed ora e' una esperta del metodo Montessori ed e' questa esperienza che vorrebbe mettere a disposizione degli altri. E' una persona dolcissima, ma determinata da far paura.

Parto con la mia bici di prima mattina, percorro i sentieri che ormai conosco bene. Mi piace molto pedalare sulle strade non troppo affollate. Vedo  persone di ogni razza e colore che vanno a lavorare, . Molte sono le donne indiane, tutte indossano il sari, tutte hanno la treccia nera ornata con cascate di fiori colorati, passano pedalando su vecchie bici cigolanti, sembrano delle principesse e invece vanno a fare le domestiche nelle case e nelle guest houses. Gli uomini tamil sono tutti vestiti all'occidentale, molto meno eleganti delle loro donne, le donne occidentali vestono nelle fogge piu' svariate e stravaganti, ma nessun abito puo' competere con l'eleganza di un sari.  Gli uomini occidentali passano abbastanza inosservati, qualche ex gesu' cristo con lunghi capelli e barba ormai bianchi spezza un po' la monotonia.
Anch'io mi vesto in cotone leggerissimo e cerco di passare inosservata, ma sono sempre sudata, spettinata  certo non sono piacevole a vedersi. Mentre dico questo una donna minuta scurissima con un sari  turchese e due cascate di fiori arancio sulla treccia e' entrata, con un movimento flessuoso ha posato qualcosa sul tavolo ed e' uscita in silenzio, subito seguita da una occidentale piuttosto ciccia, meno silenziosa, con larghi pantaloni verde oliva sbiadito, casacca informe sciarpa verde scuro stropicciata e cappello traforato a larga tesa stile hollywood anni 50. A pensare che io appartengo a questa seconda categoria mi sento male.

Oggi ho iniziato una attivita' piuttosto impegnativa che spero di portare a termine bene. Nei prossimi giorni avro' un bel po' di impegni e magari mi sara' difficile venire a scrivere qualcosa. Vedremo.
Ora vado ad aspettare che il ragazzo smetta di giocare al solitario e che dopo aver pu' volte allineato e disallineato i blocchi notes sulla scrivania mi permetta di pagare e uscire.

venerdì 10 febbraio 2012

Tiruvannamalai e Gengee










Gia' troppo tempo sono stata ferma. Mi e' venuta voglia di andare a fare un giro nei dintorni. Qui non faccio mai programmi e se li faccio in genere li cambio in corso d'opera perche' c'e' sempre qualche sorpresa, qualche imprevisto, qualche novita' che mi fa cambiare idea.

Cosi' mi ero fatta un bel programmino per sabato: sarei partita alle 6 per Tiruvannamalai, avrei visitato il tempio, la cittadina e poi sarei andata a visitare Gengee sulla via del ritorno.
Invece martedi' parlando con Franca (un'italiana che abita vicina ad Auroville e che lavora in India 4 o 5 mesi l'anno) ho saputo che aveva due ospiti che volevano fare lo stesso itinerario ma giovedi'. Bene ho detto, io il giovedi' sono libera, non ho lezione di Yoga ne' altri impegni e possiamo condividere un'auto. Ho fatto un viaggio piu' comodo rispetto ai miei soliti. Siamo partiti alle 8,30 con una macchina con aria condizionata, per me un lusso che non mi concedo mai.

Il complesso dei templi di Tiruvannamalai e' molto vasto, si stende ai piedi di una montagna sacra che era in realta' un vulcano. Ho fatto un altro bel bagno di folla indiana: centinaia di persone in coda per andare a fare un offerta e ricevere una 'benedizione'. In uno dei templi stavano celebrando un matrimonio e mi sono fermata parecchio a vedere il rituale. Gli sposi erano riconoscibili per una collana di fiori gialli che indossavano sugli abiti eleganti ma non appariscenti. A semicerchio intorno a loro  una piccola folla di parenti e amici. A giudicare dal tipo di cerimonia e dal numero di bramini intenti a officiare il rito direi che si trattava di una famiglia molto ricca e ovviamente di una casta molto alta. I bramini erano almento 6 o 7. stavano davanti ad un fuoco acceso ai piedi della statua di Shiva ed eseguivano una serie di riti, utilizzando burro fuso o olio, fiori, candele offerte di frutta. La cerimonia era accompagnata di tanto in tanto dal suono di una campana, dai tamburi e da un ragazzo che suonava magnificamente uno strumento a fiato simile ad una tromba. La musica che scaturiva ricordava il jazz.   

La zona di Gengee e' molto particolare. La strada per arrivarci corre in una pianura che sembra non avere mai fine, ad un tratto si scorgono alcune colline di pietra. Sono collinette composte da enormi massi di granito (per lo meno penso si tratti di granito) sembrano massi caduti dalle montagne, ma intorno non ci sono montagne. Ricordano vagamente i massi del Serengeti . . .ma sono piu' alte e non ci sono leoni ne' ghepardi sdraiati pigramente al sole, scimmie si' tantissime su tutto il percorso.
Su tre di queste colline si possono vedere antiche  fortificazioni un tempo collegate tra loro da spesse mura..I resti delle fortificazioni sono visitabili  e sono  interessanti anche per la particolarita' dell'ambiente in cui sorgono.
         
Bene, tra un po' saltero' sulla  mia bici fucsia per ritornare a casa e farmi una doccia, fa molto caldo in questi giorni. Ma prima devo pagare la mia ora di Internet e questa e' una lunga operazione. Il ragazzo addetto prima di alzare gli occhi e ritirare la carta con la quale pago il servizio ci impiega alcuni minuti: Alza gli occhi, mi sorride perche' ormai mi conosce bene, riabbassa gli occhi e riallinea sulla scrivania tre blocchi notes, due fermacarte colorati e rispettivi bigliettini, tre biro e una matita. Quando tutto e' allineato perfettamente  prende la mia carta, prende una delle biro e uno dei blocchi notes  allineati poco fa, scrive i miei dati, riallinea il blocco notes e la biro, si alza, va al computer e velocemente (solo questo fa velocemente) mi addebita l'importo. Mi restituisce la carta. Operazione terminata. Ahime' ora sta dormendo appoggiato al tavolino, stavolta mi occorrera' un po' piu' di tempo, devo aspettare che si svegli.




giovedì 9 febbraio 2012

Un 5 febbraio in riva all'oceano














Sono di nuovo sulla tastiera dura, ma era l'unico posto libero. Se mi perdo qualche lettera mi scuserete.

Domenica scorsa 5 febbraio, giorno del mio compleanno, ho deciso di andare a Pondy e trascorrere la giornata con gli indiani.

Sono stata prima al museo. Non c'e' moltissimo: qualche bel bronzo chola, molti cocci di anfore romane, (incredibile che riuscissero a quei tempi a percorrere una distanza cosi' lunga e difficile), monete, mnerali,  e una bella collezione di mobili dell'epoca coloniale. Il tutto ben ricoperto di polvere e distribuito in 5 o 6 sale che comunque vale la pena visitare.

Pondycherri e' una strana citta'. Le vie sono lunghe e diritte, e' squadrata ed e'  facile orientarsi. E' divisa in due da un canale, anche se non lo si vede lo si sente di sicuro dal tanfo che emana. Arrivando da Nord a destra del canale le vie sono tipicamente indiane: negozietti minuscoli che vendono di tutto collane di pacchettini multicolori dal contenuto sconosciuto, bibite,  montagne di arance limoni papaie dove e' meglio non bere una spremuta , dappertutto insegne, insegne su insegne di tutte le forme e colori, trovare cio' che si cerca e' sempre un'impresa!. Un traffico infernale tra le moto. gli oto, macchine e bus piu' scassati che no, i clacson utilizzati all'impazzata e poi immondizia ammucchiata ogni dove, buche sulla strada e sui marciapiedi  e le immancabili mucche.  Perdermi in mezzo a questo fragore mi piace sempre.
Dalla parte destra del canale e' un altro mondo: le vie sono pulite tranquille, poco traffico , non ci sono negozi le case sono in stile coloniale.
E poi c'e' il lungo mare, un gran vialone bellissimo con una lunga passeggiata ed e' proprio questo che mi voglio godere oggi che e' il mio compleanno.
Attraversato il vialone c'e' un largo marciapiede, poi un po' piu' alto della strada c'e' una striscia sabbiosa e un'altra striscia di scogli neri,che scendono nell'oceano.
Passeggio sulla striscia sabbiosa, qui in tarda mattinata stanno aprendo un numero impressionante di banchetti e carrettini che vendono ogni sorta di cibi, bevande e oggetti colorati. C'e' gia' gente, ma si intuisce che il passeggio sara' nel pomeriggio. Mi cerco un ristorantino dove mangio all'ombra delle palme intrecciate un riso basmati e pollo masala con ahime' la cocacola . . . poi ristorata e rinfrescata torno sul lungo mare.
Mi lascio trascinare dal sole, dal  vento, dagli spruzzi del mare, dai colori magnifici dei sari delle donne, dalle lunghe trecce nere ornate da collane di fiori. E' uno spettacolo. Oggi e' festa e sono qui intere famiglie uomini donne e bambini, gruppetti di ragazze e di ragazzi passeggiano tra i carrettini colorati,  si siedono sugli scogli, mangiano un gelato o un piatto di frutta o di riso.  Molti mi salutano e cercano di  chiacchierare, mi fermo un po' seduta insieme ad una famiglia. Si sono avvicinati troppo al mare e gli spruzzi li hanno bagnati completamente, ridono felici. Mi chiedono da dove arrivo e se mi piace l'India, e certo che mi piace. Il padre con la maglietta e i capelli fradici mi indica l'oceano con un ampio gesto della mano  e ride. Negli occhi neri ha l'orgoglio di  poter regalare alla famiglia la preziosita' di questo semplice ed ecomonico pomeriggio di vacanza.

Respiro a pieni polmoni l'aria calda, la salsedine, lo sventolio delle sete multicolori, a fatica mi stacco da questo posto, ma il sole si sta abbassando la giornata sta finendo. Domani mattina con un anno in piu' sulle spalle dovro' decidere cosa fare nei prossimi giorni.

Ed eccomi qui, domani andro' a fare un giro nei dintorni, quindi non scrivero', ci risentiremo piu' avanti