giovedì 31 dicembre 2015

Anno Nuovo



Oggi è il 31 dicembre,  sono arrivata alla fine della mia ‘cura  ayurvedica’ , sto bene. Risolti  i piccoli acciacchi, mi godo gli ultimi giorni.  
Il 4 mattina parto.

Ho cambiato programma, non andrò ad  Aleppey come pensavo ma mi sposterò verso Sud. Ho conosciuto qui una ragazza tedesca Babel che va via anche lei il 4 gennaio ed ha ancora qualche giorno prima di rientrare in Germania. C’è anche una coppia tedesca che parte per Kovalam, abbiamo deciso di condividere il taxi. Loro hanno un albergo prenotato, noi no, cercheremo di trovare una guest house.  A Kovalam non sono ancora mai stata  il posto è interessante e ci sono diverse cose da vedere nelle vicinanze, chissà? Sto pensando che potrei  partire per Delhi da Trivandrum anziché da Cochin. Tutto da decidere.



BUON 2016 a tutti
Due ragazze dello staff, quelladi destra è Sonja, dolcissima

martedì 29 dicembre 2015

Invece del cortisone


Ho fatto una visita all’ospedale, non spaventatevi, niente di grave, ma, se c’è qualcosa che loro non riescono a risolvere ti chiedono se vuoi un consulto specialistico, ed io dico di sì vediamo lo specialista,  perché no?
Qui vicino a circa 4 km hanno un ospedale molto grande, bello e moderno.
Ho un orecchio chiuso, niente di che, ma fastidioso.
Mi hanno accompagnata due terapiste, addirittura due angeli custode. (Foto pubblicata nel post precedente)
La prima volta ti fanno un tesserino e paghi 150 IR poco più di due euro.
L’otorino mi ha controllata, ha capito il problema e me lo ha illustrato su un orecchio di gesso che ha sulla scrivania. Mi ha insegnato ad aumentare la pressione soffiando con il naso chiuso, come si fa in altitudine e mi ha prescritto due medicine.
Tornate nell’atrio che è un susseguirsi di sportelli vari, tra i quali c’è la farmacia, con la ricetta mi han dato 6 compresse, accuratamente tagliate, non ti vendono la scatola intera, ma solo ciò che ti occorre e un flaconcino di gocce nasali. 150 IR anche qui. Finito.
Al centro dell’atrio c’è una grande vasca e un canale in cui scorre l’acqua e nuotano  grossi pesci.  Due ponticelli permettono di  passare da una parte all’altra del grande atrio. Nella vasca, dove non c’è l’acqua ci sono: l’albero di natale, il presepe, gli auguri di buon natale e buon anno, una palma, e una miriade di lucine colorate,non è male per niente, anzi, dà allegria.

Bene,volete sapere? Dopo qualche manovra per aumentare la pressione all’orecchio la sera stavo già meglio e stamattina ci sento di nuovo bene. L’ultima volta che mi è successo in Italia mi avevano risolto il problema in 5 giorni con il cortisone.

Un ragazzo indiano



Ho fatto due chiacchiere con un ragazzo indiano che non alloggia alla clinica, ma era qui come esterno per fare un massaggio.
E’ originario della zone ma è al momento in vacanza, perché lavora in Cina a Shangai. Mi ha detto che ha lavorato cinque anni a Copenaghen, poi è andato due anni negli USA per un master, ora lavora in Cina. Complimenti! Non gli ho chiesto l’età, ma  penso fosse sulla trentina più meno che più.

L'ospedale foto


L'atrio dell'ospedale

I miei angeli custode

Atrio dell'ospedale

domenica 27 dicembre 2015

Sulla clinica Ayurvedica





Diciamo qualcosa su questo posto e sui cambiamenti, Ormai è il terzo anno che mi concedo un po’ di tempo in questo angoletto dell’India.
Lo scorso anno avevano appena aperto il centro in Germania, uno dei medici era in Germania e qui c’era un po’ di disorganizzazione.
Quest’anno invece ci sono tutti e tre i medici Joy il padre e i due figli Robin e Jobin, in più hanno assunto una giovane dottoressa ventiquattrenne. I terapisti sono circa 5 ragazzi  e almeno 8  o 10 ragazze.
Tra i terapisti manca Jubi che è in Germania per un anno e c’è un nuovo ragazzo. Tra le ragazze manca Shila che è in Germania ma c’è Censi che  era in Germania lo scorso anno. C’è anche Binu, mi pare che lo scorso anno non ci fosse, non è più giovanissima e mi sembra molto brava, poi ci sono ancora le due più minute, una è  Rinzi l’altra non ricordo il nome, si assomigliano molto. Sono così piccoline e magre che sembrano bambine di 10 anni.

Per i terapisti è un gran opportunità poter andare a lavorare per un periodo in Germania. Censi mi ha detto che sta per ripartire e trascorrerà là tutto il 2016, ha due figlie di 10 e 12 anni che lascerà al papà e alla nonna. Anche un nuovo terapista maschio sta partendo per un anno in Germania, anche lui ha due figlie femmine, Jobin mi ha detto che sicuramente lo fa per assicurare alle figlie un buon matrimonio. E di nuovo in India siamo!

Tra le cose che più mi piacciono: tornare dalla terapia bella rilassata e trovare sul tavolino del terrazzo il succo di frutta. Oggi c’è il cocco, il cocco fresco è una delle cose che amo di più al mondo, più del cioccolato, più della panna montata e del gelato ed è una cosa che da noi non si trova.

Tra il personale c’è ancora la dolcissima Sonja, così materna e rassicurante,è quella che si occupa di noi, non ci fa mancare  l’acqua calda da bere, porta in camera le medicine, il succo di frutta, lavora nella dining room, e tiene sotto controllo un po’ tutto. La vedi passare con un vassoio in mano, cammina con il suo passo felpato, sempre pronta sempre disponibile: ooooh yes mam! Se fossi ricca vorrei una governante così. L’aiuta l’altra ragazza, più giovane spigliata e buffa: sorry sorry sorry I forgot your medicine, tutt’altro stile ma efficiente e simpatica.

E questa è la vita qui: un’ora do yoga o di camminata alle 6,30 della mattina. Alle 8 colazione, consulto medico, poi iniziano le terapie, io ora ce l’ho alle 9,30. Alle 11 il succo di frutta e alle 12,30 pranzo. Alle 14 massaggio dei piedi o del viso ed eventualmente qualche terapia supplementare per chi ne ha bisogno. Alle 4 il the e la frutta (banane o ananas o papaia o anguria o qualche frutto esotico sconosciuto). Alle 18,30 cena e la giornata è finita. Volata, per fortuna me le sto godendo tutte queste giornate.

mercoledì 23 dicembre 2015

Il pellegrinaggio Sabarimala, la sosta ad Erumeli

La storia non è chiarissima, il fatto è che ogni anno, da metà novembre a fine dicembre. migliaia di pellegrini Indù provenienti da ogni parte dell'India ed esclusivamente maschi, a piedi nudi e vestiti del solo dothi nero arrivano ad Erumeli. Qui entrano nel tempio indù e poi rendono omaggio alla moschea. Entrano, fanno offerte: fiori e noci di cocco, escono dalla moschea camminando all'indietro. Dopo la visita,   percorrendo un sentiero disagiato attraverso la foresta raggiungono il santuario del dio Ayappa (considerato terzo figlio di Shiva) che si trova a  50 km. di distanza
Pare che il dio indù sia stato alloggiato e nutrito da una famiglia musulmana. Questa è una voce.
L'altra voce dice che il re musulmano dopo averlo combattuto sia diventato amico del dio Indù.
E' comunque forse l'unico caso in cui devoti Indù entrano per devozione e sono accolti in una moschea.

Il pellegrinaggio - foto

La moschea di Erumeli




lunedì 21 dicembre 2015

Foto dall'orfanotrofio

L'orfanotrofio



Le ragazzine delle mammelle della mucca

Viva la sincerità dell'innocenza



In visita all’orfanotrofio siamo andate in quattro: Sandra, Renate e Lisa, che aveva portato dalla Germania una valigia piena di abiti, ed io.
Io ero partita con il solo bagaglio a mano e non avevo nulla in eccedenza, tuttavia ho deciso che di qualcosa  potevo ancora fare a meno. Qui le scarpe sono preziose. Ho pensato che sandali e ciabatte sarebbero stati più che sufficienti. Ho lasciato quindi le scarpe chiuse di tela blu, tornerò in Italia con i sandali e le calze. Poi ho lasciato una maglietta rosa, un leggin azzurro. Dovrò comprarmi un pantalone,  perché mi è rimasto quello  della tuta, che userò soprattutto al Nord e un solo pantalone leggero e qui comincia a far caldo.

Tre suore gestiscono il ‘collegio’ che ospita soprattutto bambine e ragazze, c’è qualche maschietto molto piccolo. Dopo i cinque anni i maschi vengono alloggiati in un altro collegio,  mi hanno detto, ma io penso che tuttora siano più numerose le bambine abbandonate,  una figlia femmina rappresenta un guaio, le cose sono cambiate, ma certe tradizioni sono difficili da sradicare, soprattutto tra le classi meno abbienti e meno acculturate.. Sposare  una figlia costa un patrimonio, per darle una dote a volte la famiglia si indebita fino a rovinarsi, troppi sono ancora i poveri e i poverissimi.
Penso che, per una femmina, piuttosto che sposarsi e finire in una famiglia a far da schiava a tutti sia meglio per lei essere abbandonata in qualche istituto.

Una delle ragazze già grandicella mi ha detto di avere due sorelle e due fratelli. Lei vive in quella ‘casa’ sta lì sempre, anche a Natale. Sembrava serena, almeno lì di sicuro mangia tre volte al giorno.
Altre sono orfane davvero o figlie indesiderate nate fuori dal matrimonio.
La casa è decente, se non altro non sono per strada, vanno a scuola, sono pulite e  vestite bene.
Quando siamo arrivati hanno cantato, ringraziato, molto educate, si vede che la disciplina è ferrea.

La cosa più buffa
Ognuna di noi è stata poi circondata da un gruppo di ragazzine. Hanno un gran bisogno di affetto e poi si sa che toccare la pelle bianca è, per loro, una curiosità irresistibile. Io ne avevo intorno alcune grandi con cui parlavo e alcune di 7 o 8 anni che mi prendevano per mano, mi toccavano stupite le vene (sulle loro mani cicciotte le vene non si vedono) mi accarezzavano le braccia. 
Dati i trattamenti giornalieri con olio caldo erbe e di tutto un po’ ho una pelle morbidissima è vero, ma il paragone che hanno fatto è stato troppo divertente.
Una mi ha accarezzata sopra il gomito e colpita dalla morbidezza (di quelle che sono ormai tendine pendenti ahimè) ha subito detto alle altre, senti senti qui come è morbida ed immediatamente diverse manine  volevano provare la sensazione, senti come è morbida,  sembra  . . . . . . . . ..sembra . . .. . e con un candore,  illuminandosi, ha detto sembra  la mammella delle mucche. Velluto, seta  no eh? Niente  meno che la mammella della mucca, che paragone povera me!