mercoledì 4 marzo 2015

Verso Rishikesh

Strade di fango




parto alle 5 della mattina, naturalmente non mi è stata data la sveglia,ma io che conosco i miei polli avevo messo comunque la mia. Dopo una mezz’ora entriamo in Uttar Pradesh. Buio, nebbia, camion, la strada è a tratti decente e a tratti molto dissestata, facciamo la gimkana tra i camion si sorpassa a volte a destra altre volte a sinistra, dove c’è spazio ci si infila, dove non c’è si cerca lo stesso di passare. Alle 6,30 comincia a schiarire un po’, verso le 7 vedo il sole tra le nuvole, è molto nuvoloso. Il paesaggio è piatto e nebbioso, piantagioni di canna da zucchero si alternano a quelle di colza, fa freddo. Scene nel fango: le donne avvolte in scialli  pesanti di umidità davanti a povere case accudiscono gli animali, preparano il cibo, accendono il fuoco, gli uomini chiacchierano a crocchi avvolti nei loro mantelli, ai piedi indossano solo le ciabatte. Fango tanto fango e pozzanghere. (Forse le ciabatte sono più adatte delle scarpe, almeno si asciugano prima) Odore di fogna, sterco messo ordinatamente ad asciugare, ancora povere case mezze diroccate ma abitate, vedo i bucati stesi su terrazze che terrazze non sono, ma camere che non hanno più pareti, crollate o abbattute?
Facciamo una sosta in un bel ristorante, dopo il caffè caldo finalmente acquisto un po’ di calore, ma indosso il pile e tengo la giacca a vento sulle gambe, i piedi sono gelati.
Alle 8,15 entriamo in Uttarakand, alle 9,30 vedo le prime alture, il paesaggio cambia finalmente. Alle 11 circa  siamo a Rishikesh. E’ bellissima e tutta da scoprire. Parto quasi subito, voglio lasciare che i piedi mi portino dove la testa e il cuore decidono di andare. Mi sento in un jungla devo scegliere i posti giusti  e cercare di capire  cosa offre. Non è facile districarsi ci talmente tanti stimoli, ma mi lascio trasportare, vedremo cosa succede.

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