martedì 27 dicembre 2016

Lo strano presepe

ma l'intenzione è buona.
Presepe con tanto di neve, che qui non sanno cosa sia, e forse neanche Gesù Cristo l'aveva mai vista.
Laghetto, fuocherello, pastori, angelo, c'è tutto, solo che a scaldare Gesù bambino ci sono le pecore, mentre  il bue e l'asinello sono per strada, chissà quando arriveranno. Anche nei re magi c'è un po' di confusione, nella foto non si vedono tutti. Due sono già arrivati alla capanna, mentre gli altri due, sì perchè in questo caso sono quattro, gli altri due sono in cammino.

mercoledì 21 dicembre 2016

La raccolta delle noci di cocco

Stamattina c'era il raccoglitore di noci di cocco proprio qui al nostro ristorante preferito. Sotto casa,praticamente.
Ho fatto alcune foto.
Il mestiere del raccoglitore di noci di cocco non è facile, intanto non bisogna soffrire di vertigini, poi occorre una gran forza di braccia e gambe e un gran coraggio.
Spesso per salire e scendere usano solo una corda con la quale si legano  piedi e  caviglie e vanno su a mani nude. Quello fotografato stamattina utilizzava uno strumento in metallo che sicuramente lo aiuta di più e gli dà maggior sicurezza.
Le noci di cocco vengono staccate e lasciate cadere ad una ad una o portate in basso con una corda quando è possibile staccare un intero grappolo. Vengono anche tagliate e buttate a terra le foglie secche.
Oltre al problema del salire e scendere,il raccoglitore deve stare attento alle aquile. Spesso hanno i nidi sugli alberi e comunque con il becco aprono le noci di cocco e bevono, non sono affatto contente che qualcuno rubi loro i frutti, sono aggressive e cercano di beccare l'intruso. Il raccoglitore si sistema sulla schiena delle foglie di palma, per confondere i rapaci, ma spesso, lavorando,  cadono a terra e la schiena diventa un facile bersaglio.
Bello vedere da terra le chiome delle palme e i rapaci che volteggiano nell'azzurro, ma per chi sta lassù a lavorare di macete non è certo un gioco. Da terra alcuni uomini lo aiutano, per quanto è possibile, ad allontanare gli uccelli con la voce e battendo le mani.
Qui le chiamano aquile, non so se veramente siano aquile, tuttavia sono rapaci piuttosto grossi, bellissimi.

La raccolta del cocco foto




Bevendo il cocco


Fantasioso tetto della capanna dove ci fermiamo, ogni tanto,  a bere il cocco

Ayurvedic center


Ingresso alla clinica del dott. Unni

domenica 18 dicembre 2016

Delizia

Quest'anno non vado alla clinica Madukkakuzhy. 
Al momento sto qui a Kovalam, Leo, di tanto in tanto, deve andare dal suo dentista che è a Thiruvananthapuram .
Nostalgia di qualche buon trattamento, ho fatto qualche massaggio come ho scritto precedentemente, ma l'idea di provare il famoso centro del dott. Unni è stata troppo forte.
Ebbene sono andata e l'impressione è stata ottima. 
Purificazione e cacciata dei batteri di troppo. Ho iniziato stamattina con il primo trattamento.
Immersa in una vasca di brodo calduccio marrone  che mi ricordava tanto Nanni Moretti, ma con due terapiste che mi versavano il brodino su braccia, gambe, mani, schiena, su tutto il corpo facendo ben attenzione a mantenerne il calore mescolando, con gesti esperti, brodino tiepido con brodino più caldo. Meraviglia! Avrei voluto che tutti i miei amici potessero provare questi trattamenti.

Tra le medicine che mi ha prescritto devo bere 4 noci di cocco al giorno dopo aver tenuto  in infusione nel cocco stesso, un'erba dal sapore forte ma non sgradevole.
E' un po' macchinoso andare ogni giorno a comprare i cocchi. Ho fatto un accordo con un venditore, è  lontano, ma ha sempre i frutti freschi e sa riconoscere quelli più ricchi d'acqua. Pubblicherò una foto se mi ricordo. . . .
Ogni giorno mi preparano anche una tisana che devo bere in giornata. Insomma  una pulizia dall'interno e dall'esterno.

Il centro del dott. Unni, bellissimo, è qui a due passi; subito sotto casa abbiamo anche il nostro ristorante preferito il Suprabhathan. Che dire? Va benissimo.

A presto

  

sabato 17 dicembre 2016

Post precedente

Scusate, ho scritto malamente, ma ero di corsa.  Stare in vacanza, non avere nulla da fare è piuttosto impegnativo e il tempo per scrivere è poco.

Appena possibile racconterò del dott. Unni.

venerdì 16 dicembre 2016

No cambio

Ma che caldo che fa!
sarà che invecchiando non sopporto più nè il caldo nè il freddo? Che fare?
In ogni caso preferisco stare qui in terrazza all'ombra o in camera con la ventola che al gelo di Torino.

Sta mattina, con molta calma . . . . , ho fatto  una bella colazione, qui al Suprabhatan che è vicinissimo al posto dove alloggiamo. La sera dal terrazzino vedo le luci  e la stella arancio. Dopo colazione Leo è partito per Trivandrum (va dal dentista) io volevo andare in spiaggia, ma fa troppo caldo!
Ho approfittato per vedere le mail, leggere e scrivere qualcosa.

Alle 12 ho un bel massaggio che mi dà un po di energie. Il torcicollo sta passando, se pur lentamente.
Stasera alle 18,30 ho appuntamento con il medico ayurvedico più conosciuto di Kovalam il dott. Unni. Vediamo cosa mi racconta, farei un po' di terapie per la schiena, farei un po' di yoga, andrei qualche volta in piscina, ma FORZATAMENTE devo risparmiare.

E' molto difficile trovare a cambiare valuta, fortunatamente abbiamo trovato  un cambia valute che è un po' lontano da qui, ma siamo riusciti ad avere un po' di rupie. Qui in Kovalam il più delle volte non hanno rupie e il cambio che propongono è bassissimo. In banca abbiamo provato una sola volta, non avevano contante!
I bancomat sono vuoti, ho provato più e più volte, solo una volta ho ottenuto ben 2000 IR , circa 30 Euro.
Fortunatamente conoscendo il problema mi ero portata dietro molti più contanti del solito. Spero che prima o poi gli sportelli bancomat inizino a funzionare. Ma chissà, in India di tutto ci si può aspettare.

Al momento non ci sono molti turisti, ma per Natale e dopo Natale ne arriveranno.
Smetto che devo andare a fare il massaggio . . . . . .


domenica 11 dicembre 2016

Come lo scorso anno

Come lo scorso anno, spesso vado a mangiare al Suprabhatan ristorante vegetariano.
Ieri sera, seduta ad uno dei soliti tavolini, mi guardavo intorno. Non ero sola, ero con Leo, ma spesso stiamo in silenzio e ci guardiamo intorno.
Come lo scorso anno: luci natalizie . . .  ahimé anche qui, ma le interpreto come luci di 'festa'.
Pochi avventori, non ci sono molti turisti, arriveranno forse  dopo Natale. Forse.
I soliti camerieri che girano  tra i tavoli, spesso a vuoto. Ci conoscono, mi conoscono dallo scorso anno.
Alcuni vestono il dothi e lo alzano ed abbassano di tanto in tanto. Forse per tenere impegnate le mani.
Ritmo lento, anzi lentissimo. Atmosfera rarefatta.
Suono di un pianoforte, le note di musica classica europea contrastano con l'ambiente: un muro rustico imbiancato alla meglio, si intravede la cucina fumosa, piano in cemento grigio, fuoco sparato sotto una pentolona che ribolle, cuoco in dothi a quadri e camicia scura, colori indefinibili, un fazzoletto legato in testa, un coltellaccio in mano e il famoso straccio multiuso sulla spalla.
Un uomo, lo stesso dello scorso anno, aggiunge una stella natalizia con tanto di luci ad intermittenza. Lui sulla scala cerca invano di collegare i fili, un altro  lo aiuta da terra e altri due stanno a guardare la scena. Le luci cadono a terra la stella di carta rimane vuota e penzolante, ma nel giro di poco, non si sa come, tutto funziona, magia indiana.    Abbiamo una nuova stella natalizia ad illuminare la serata.
Appena posso metterò una foto.

Vacanza

Vita molto tranquilla al momento. Ne abbiamo bisogno.
Stamattina una bella colazione al ristorante vegetariano e un caffè e un cappuccino al Puppies Caffè. Posto carino, piccolo bar che guarda il mare, molti nullafacenti trascorrono ore a guardare le onde e la gente che passa. Noi ci andiamo solo ogni tanto, per la vista, non per la gente né per il caffè che è pessimo, quasi imbevibile, ma con latte è accettabile.
Il posto è frequentato anche da italiani che trascorrono in India molto tempo,più di me. Uno di questi era deluso perchè quest'anno ci sono pochi europei. Ma guarda, mi ha detto in spiaggia ci sono solo indiani . . . . . . non commento.
Stamattina ho fatto il primo bagno, l'oceano è un po' troppo violento per me. non mi sono avventurata, ma ho goduto dell'acqua tiepida e salata. Nel pomeriggio, tra un pochino, andremo in un posto dove le onde dovrebbero essere un po' più tranquille.

Caffè e cappuccino



venerdì 9 dicembre 2016

Da oggi wi-fi allo Small Tigre

Stanchi, ma neanche troppo,
Appena il taxi, che da Trivandrum ci ha portati a Kovalam, ci ha scaricato siamo stati avvolti da un buon odore di mare. Non lo ricordavo.
Siamo arrivati allo Small tigre percorrendo a piedi il lungo mare. pare che il tempo non sia passato: stesse persone, stessi posti. I negozietti e ristoranti stavano chiudendo, chiudono presto, non c'è molta vita notturna, per fortuna, tuttavia ci siamo fermati più volte a salutare persone conosciute.
Si sta bene, fa caldo. Nelle ore centrali anche troppo.

Difficile trovare rupie. I cambiavalute ne hanno poche e le vendono ad un tasso molto basso. Alla banca siamo stati oggi e NON AVEVA SOLDI!
Sono riuscita a prelevare 2000 rupie dal bancomat (non ne danno di più).
Si accorgeranno di questo disastro solo a fine inverno, quando facendo i conti noteranno che i turisti sono stati pochi e i soldi spesi pochisssssimi! Povera gente, i più poveri ci rimettono di più.

mercoledì 7 dicembre 2016

Partenza

Sei dicembre ’16
Il 6 dicembre è arrivato. Partita con Leo da casa alle 12, abbiamo 6 mezzi di trasporto prima di arrivare nella nuova sistemazione, che al momento sarà una camera  allo Small Tigre di Kovalam.
Tram n. 6 da casa a Porta Susa
Bus per malpensa
Volo Milano Delhi
Volo Delhi Mumbay
Volo MumbayTiruvanantapuran
Taxi dall’aeroporto a Kovalam
Partiti con anticipo (come sono solita  fare) siamo ora a Malpensa e abbiamo già fatto il check in.  Leo ha trovato un giornale tedesco e legge, io approfitto del tempo per cominciare a scrivere sul blog. Al momento non ho wifi, appena lo trovo pubblicherò.
Il volo per Delhi è pienissimo per cui ho dovuto spedire un bagaglio . . .  speriamo arrivi. Dovrò sdoganarlo a Delhi e farlo ripartire per Mumbay e Tiruvanantapuram

Sono ora a Mumbay in partenza per Trivandrum

Voli tranquilli atterraggi non delicati. A Delhi c'era un nebbione bianco che non permetteva di vedere nulla, ci siamo accorti di essere atterrati dal rumore che ha fatto il carrello sulla pista .


Viva Air India, costa poco e, a parte controlli interminabili, attese inspiegabili, ritardi  accumulati, cambi improvvisi di gate, . . . .  per il resto va bene.

ciao per ora 


domenica 4 dicembre 2016

Partenza

4 dicembre giorno di referendum e di elezioni in Austria.

Pronti a partire , ho salutato Cecilia ed Ivano, ho affidato loro le mie piante e un mazzo di chiavi.
Sono andata da Mariangela a pesare la mia valigia: kg, 7,6 . Va bene.
a presto

mercoledì 24 febbraio 2016

Commento di Bruno

Incollo qui sotto il commento di Bruno, perchè magari non tutti lo vanno a leggere sotto il post precedente.
Sì, l'India ha molte facce, ha problemi enormi e situazioni preoccupanti e a volte molto violente.
Ecco il commento:


Se sei riuscita a farti la doccia vuol dire che a Delhi la situazione è migliorata.
Incollo qui sotto un estratto dell'articolo di Alessandra Muglia sul Corriere della Sera di questi giorni che potrebbe interessare a chi legge il tuo blog. Purtroppo anche questa è l'India...

Migliaia di persone della comunità Jat da otto giorni paralizzano l’Haryana, piccolo stato indiano alle porte della capitale. Hanno bloccato strade e ferrovie, dato alle fiamme negozi e le case di leader locali. Ma soprattutto hanno attaccato il canale di Munak, principale via di rifornimento dei sette impianti che trattano l’acqua distribuita ai 20 milioni di abitanti di New Delhi.
"Non c’è acqua disponibile ora. E ancora nessuna speranza di averne a breve", ha twittato il vice governatore di Delhi annunciando la chiusura di scuole e uffici e il razionamento dell’acqua nelle case.
I Jat vogliono essere "declassati" tra i gruppi sociali "svantaggiati" che hanno diritto a quote privilegiate negli impieghi pubblici e nell’accesso all’istruzione superiore. Una lotta per retrocedere al livello più basso di una scala sociale simile a quella condotta ad agosto dalla casta dei Patel nel Gujarat.
Nel fine settimana il governo federale ha dispiegato l’esercito: 4mila truppe e 5mila paramilitari per riportare l’ordine e far rispettare lo stop imposto per domenica notte alle sanguinose proteste: da venerdì sono almeno 10 i manifestanti uccisi e altri 150 sono rimasti feriti. Un’estrema manifestazione di forza che finora non sembra intimidire i manifestanti.

Haridwar


Ganga








Da Haridwar a Delhi

Lasciato l'ashram il 22, mi sono fermata un giorno ad Haridwar. Ora sono tornata a Delhi.
Avevo il treno prenotato per questa mattina. Sveglia alle 4, prendo il risciò per la stazione e sorpresa, il treno è cancellato. O partire più tardi e rifare un altro biglietto e arrivare chissà quando o scegliere un'altra soluzione. Visto che domani ho il volo ho deciso di partire con una macchina, costa un po', ma quando c'è di mezzo il volo voglio arrivare sempre 24 ore prima.   Dopo i terribili sobbalzi di ieri sul risciò per le vie di Haridwar non mi pare vero di appoggiare sedere e schiena  su un'auto vera. Il viaggio procede bene fino a 20 km da Delhi, poi, per lavori alla metro, o comunque c'è sempre un problema di traffico, per fare gli ultimi 20 km ci abbiamo impiegato lo stesso tempo che per fare gli altri 200 km circa. 
Arrivata verso le 13 abbastanza stravolta, E meno male che mi tengo sempre larga con i tempi, se avessi avuto il volo stasera non so come avrei fatto, invece eccomi qua docciata, bagaglio quasi pronto e ho anche tempo a scrivere.

Nei dintorni dell'ashram

BRRRRR che freddo!

Incontri lungo la strada


Il sole tramonta, mentre dall'altra parte sorge la luna

Difficile vederla la luna, ma c'è

Da Delhi verso Dehradun 10 febbraio

Riprendo dopo 15 giorni di isolamento all'ashram. Non mi sono portata il computer, l'ho lasciato a Delhi, tanto non avrei avuto Internet e poi un po' di disintossicazione  fa bene.
Partita da Delhi la mattina presto con il treno. Il tempo a Delhi sembra essere sempre uguale: nebbia. Solo cambia il colore d'inverno è BIANCA e d'estate con il monsone è marrone.



 

martedì 9 febbraio 2016

Delhi Karol Bag

Dal Riffle verso destra

Dal Riffle verso sinistra


Vicino a Kovalam, verso il villaggio dei pescatori



Delhi



Arrivata a Delhi. Mi sono alzata alle 2,30, partita con il taxi alle 3. Alle 3,30 ero in aeroporto inutilmente perché AI fa entrare solo alle 4,30. Ok. Alle 6 partita regolarmente, scalo a Kochin dopo una mezz’ora di volo e dopo qualche traballamento siamo arrivati a Delhi puntuali ore 10,40 circa. Mi è sembrato di arrivare a casa. Aria molto freschina che sembra quasi pulita, ma si sta bene con i sandali. L’albergo è in Karol bag come sempre. Karol Bag mi piace è una zona molto indiana piena di negozi. Gli alberghi sono innumerevoli, ma stavolta sono in un posto che ho riconosciuto, vicino al Gran Market. 
Ero stanchina, ho pagato al taxista della State Express la prenotazione dell’albergo e i biglietti del treno. Stile Avventure nel Mondo ho fatto conti su conti perché volevo pagare una parte in euro e una parte in IR, il taxista era sconvolto, ma alla fine ha telefonato in agenzia gli ha detto quanti soldi ritirava ed è stato contento. Ora ho due biglietti del treno andata e ritorno da Derhadun e i voucher per la prenotazione dell’albergo ora e per il rientro.
Sono uscita per mangiare qualcosa e ho riconosciuto la via del Gran Market, Sta a vedere che ritrovo anche il mio ristorante preferito, ho camminato un po’ e poi ho chiesto informazioni, proprio lui, ero a due passi, è stato come tornare a casa. E’ una specie di fast food indiano, ma molto buono e frequentato dalla classe media. Impiegati, signore che si fermano per uno spuntino  e se la contano un po’, studenti, famiglie con bambini. E’ il posto in cui io mangio un riso biryani o un tandoori e gli indiani mangiano la pizza o la pasta al pomodoro. Sono certa che andando verso sinistra anziché verso destra ritrovo anche Tina, la parrucchiera dalla quale sono andata a fare l’hennè tornando dallo Zanskar forse nel 2008. Non vado a cercarla, non ne ho più bisogno,
Delhi è il solito casino e Karol Bag è anche peggiorata: una fiumana di gente tra risciò, motorette, auto che strombazzano e parcheggi selvaggi. Bancarelle che vendono di tutto tra mucchi di spazzatura dove razzolano  cani spelacchiati.
L’impianto elettrico non è cambiato.
Un ragazzino ha insistito un bel po’ voleva lucidarmi i sandali (di tela)
Domattina alle 5 sveglia, ho il treno per Derhadun
Non mi porterò il computer e per un po’ sarò isolata . . . . . tra le montagne, nel freschetto a meditare.

domenica 7 febbraio 2016

Domani ultimo giorno



Domani è l’ultimo giorno nell’India del sud. Parto alle 3 del mattino del 9/ con il taxi, ho un volo che parte alle 6,05 da Trivandrum, fa scalo a Kochin e arriva a Delhi mi pare verso le 11 o le 12. Se non ha ritardo, essendo Air India è probabile.
Dormirò una notte a Delhi e la mattina del 10 parto con il treno per Derhadun e poi proseguo con un taxi fino all’ashram. Non so quando potrò scrivere di nuovo. Senz’altro non dopo il 9 perché conto di non portarmi il computer.

sabato 6 febbraio 2016

A mezz'ora di camminata da Kovalam

Posto incantevole a mezz'ora da Kovalam



Verso l'ashram di Amma

Kollam

In risciò

In bus

Colazione a Kollam

Dal ponte che porta all'ashram

Minky



Leo è in pensione e anche lui sta in India circa tre mesi. Per il resto vive in Canada. Mi ha raccontato tante cose ma ciò che ho trovato più buffo, la sua casa. L’ha costruita qualche anno fa, mi ha detto. E’ su una collinetta, di fronte ad un lago e a mezz’ora dalla città. Immaginavo una casetta piccolina in Canada con vasca e pesciolini e tanti fiori di lillà. Ma no mi ha detto, non c’è niente, c’è la foresta, l’unica cosa che ho sono fragole e lamponi che non riesco mai a mangiare perché vengono gli orsi e se le mangiano tutte loro, poi fanno anche la cacca davanti alla porta d’ingresso. I cerbiatti arrivano e si coricano di fianco   alla sua auto che magari è un po’ più calduccia del terreno.  E lui  parla con gli animali. Dolcemente dice loro di spostarsi quando ha bisogno dell’auto e loro ascoltano. Anche l’orso lo guarda un po’ stupito, ascolta e capisce.
Leo aveva un gatto che si chiamava Minky e ora tutti gli animali li chiama Minky, anche gli orsi e i cerbiatti.