mercoledì 24 febbraio 2016

Da Haridwar a Delhi

Lasciato l'ashram il 22, mi sono fermata un giorno ad Haridwar. Ora sono tornata a Delhi.
Avevo il treno prenotato per questa mattina. Sveglia alle 4, prendo il risciò per la stazione e sorpresa, il treno è cancellato. O partire più tardi e rifare un altro biglietto e arrivare chissà quando o scegliere un'altra soluzione. Visto che domani ho il volo ho deciso di partire con una macchina, costa un po', ma quando c'è di mezzo il volo voglio arrivare sempre 24 ore prima.   Dopo i terribili sobbalzi di ieri sul risciò per le vie di Haridwar non mi pare vero di appoggiare sedere e schiena  su un'auto vera. Il viaggio procede bene fino a 20 km da Delhi, poi, per lavori alla metro, o comunque c'è sempre un problema di traffico, per fare gli ultimi 20 km ci abbiamo impiegato lo stesso tempo che per fare gli altri 200 km circa. 
Arrivata verso le 13 abbastanza stravolta, E meno male che mi tengo sempre larga con i tempi, se avessi avuto il volo stasera non so come avrei fatto, invece eccomi qua docciata, bagaglio quasi pronto e ho anche tempo a scrivere.

1 commento:

  1. Se sei riuscita a farti la doccia vuol dire che a Delhi la situazione è migliorata.
    Incollo qui sotto un estratto dell'articolo di Alessandra Muglia sul Corriere della Sera di questi giorni che potrebbe interessare a chi legge il tuo blog. Purtroppo anche questa è l'India...

    Migliaia di persone della comunità Jat da otto giorni paralizzano l’Haryana, piccolo stato indiano alle porte della capitale. Hanno bloccato strade e ferrovie, dato alle fiamme negozi e le case di leader locali. Ma soprattutto hanno attaccato il canale di Munak, principale via di rifornimento dei sette impianti che trattano l’acqua distribuita ai 20 milioni di abitanti di New Delhi.
    "Non c’è acqua disponibile ora. E ancora nessuna speranza di averne a breve", ha twittato il vice governatore di Delhi annunciando la chiusura di scuole e uffici e il razionamento dell’acqua nelle case.
    I Jat vogliono essere "declassati" tra i gruppi sociali "svantaggiati" che hanno diritto a quote privilegiate negli impieghi pubblici e nell’accesso all’istruzione superiore. Una lotta per retrocedere al livello più basso di una scala sociale simile a quella condotta ad agosto dalla casta dei Patel nel Gujarat.
    Nel fine settimana il governo federale ha dispiegato l’esercito: 4mila truppe e 5mila paramilitari per riportare l’ordine e far rispettare lo stop imposto per domenica notte alle sanguinose proteste: da venerdì sono almeno 10 i manifestanti uccisi e altri 150 sono rimasti feriti. Un’estrema manifestazione di forza che finora non sembra intimidire i manifestanti.

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