domenica 31 dicembre 2017

31 dicembre 2017

Seduta su una sedia di vimini verniciata in verdino, davanti alla porta della stanza numero 20,  aperta sulla balconata verniciata in celeste, comincio a scrivere qualcosa che pubblicherò stasera.
Un’oasi di pace in mezzo al caos classico delle città indiane.
L’albergo è frequentato da viaggiatori di passaggio e da tanti musicisti o amanti della musica che vengono qui ogni anno per i concerti. Sono circa 4000, sì, quattromila i concerti del mese di dicembre.
All’accademia musicale iniziano alle 9 della mattina  e sono gratuiti fino alle 16 . Poi l’entrata è a pagamento e continuano a suonare fino a tarda sera.
Stamattina a colazione nel ristorante dove andiamo tutti, ho conosciuto uno Stefano Bollani olandese, che è qui tutti gli anni entra all’accademia alle 9 del mattino ed esce a mezzanotte.
C’è anche un greco vestito di arancione.
Di fianco a noi abitano un belga di nome Ben e nella prima camera uno svizzero di nome Roland, poi ho sentito parlare francese e anche italiano. Tutti viaggiatori silenziosi, interessati, colti, davvero una meraviglia. Molti uomini single  non più giovani, dai 60 in su, incredibile!
Eccomi, è sera, abbiamo cenato al solito Ananda Bhavan una zuppetta e chapati, nient’altro, oggi abbiamo già mangiato troppo.

Siamo andati a sentire un po’ di musica indiana, il teatro 
dell’accademia musical è molto grande, bello e con aria condizionata, un’altra India. Nel pomeriggio abbiamo visitato il St George Fort, il museo e la chiesa di St Mary poi siamo rientrati quando il casino ha cominciato ad essere troppo. E’ inimmaginabile la quantità di persone che si stava riversando sulla spiaggia, abbiamo preso al volo un tuc tuc e siamo rimasti intrappolati in un incrocio per un quarto d’ora, poi per fortuna ne siamo usciti. Non c’è nulla di meglio di stare qui tranquilli nel nostro bell’alberghetto, mentre fuori tutti impazziscono.

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