venerdì 10 febbraio 2012

Tiruvannamalai e Gengee










Gia' troppo tempo sono stata ferma. Mi e' venuta voglia di andare a fare un giro nei dintorni. Qui non faccio mai programmi e se li faccio in genere li cambio in corso d'opera perche' c'e' sempre qualche sorpresa, qualche imprevisto, qualche novita' che mi fa cambiare idea.

Cosi' mi ero fatta un bel programmino per sabato: sarei partita alle 6 per Tiruvannamalai, avrei visitato il tempio, la cittadina e poi sarei andata a visitare Gengee sulla via del ritorno.
Invece martedi' parlando con Franca (un'italiana che abita vicina ad Auroville e che lavora in India 4 o 5 mesi l'anno) ho saputo che aveva due ospiti che volevano fare lo stesso itinerario ma giovedi'. Bene ho detto, io il giovedi' sono libera, non ho lezione di Yoga ne' altri impegni e possiamo condividere un'auto. Ho fatto un viaggio piu' comodo rispetto ai miei soliti. Siamo partiti alle 8,30 con una macchina con aria condizionata, per me un lusso che non mi concedo mai.

Il complesso dei templi di Tiruvannamalai e' molto vasto, si stende ai piedi di una montagna sacra che era in realta' un vulcano. Ho fatto un altro bel bagno di folla indiana: centinaia di persone in coda per andare a fare un offerta e ricevere una 'benedizione'. In uno dei templi stavano celebrando un matrimonio e mi sono fermata parecchio a vedere il rituale. Gli sposi erano riconoscibili per una collana di fiori gialli che indossavano sugli abiti eleganti ma non appariscenti. A semicerchio intorno a loro  una piccola folla di parenti e amici. A giudicare dal tipo di cerimonia e dal numero di bramini intenti a officiare il rito direi che si trattava di una famiglia molto ricca e ovviamente di una casta molto alta. I bramini erano almento 6 o 7. stavano davanti ad un fuoco acceso ai piedi della statua di Shiva ed eseguivano una serie di riti, utilizzando burro fuso o olio, fiori, candele offerte di frutta. La cerimonia era accompagnata di tanto in tanto dal suono di una campana, dai tamburi e da un ragazzo che suonava magnificamente uno strumento a fiato simile ad una tromba. La musica che scaturiva ricordava il jazz.   

La zona di Gengee e' molto particolare. La strada per arrivarci corre in una pianura che sembra non avere mai fine, ad un tratto si scorgono alcune colline di pietra. Sono collinette composte da enormi massi di granito (per lo meno penso si tratti di granito) sembrano massi caduti dalle montagne, ma intorno non ci sono montagne. Ricordano vagamente i massi del Serengeti . . .ma sono piu' alte e non ci sono leoni ne' ghepardi sdraiati pigramente al sole, scimmie si' tantissime su tutto il percorso.
Su tre di queste colline si possono vedere antiche  fortificazioni un tempo collegate tra loro da spesse mura..I resti delle fortificazioni sono visitabili  e sono  interessanti anche per la particolarita' dell'ambiente in cui sorgono.
         
Bene, tra un po' saltero' sulla  mia bici fucsia per ritornare a casa e farmi una doccia, fa molto caldo in questi giorni. Ma prima devo pagare la mia ora di Internet e questa e' una lunga operazione. Il ragazzo addetto prima di alzare gli occhi e ritirare la carta con la quale pago il servizio ci impiega alcuni minuti: Alza gli occhi, mi sorride perche' ormai mi conosce bene, riabbassa gli occhi e riallinea sulla scrivania tre blocchi notes, due fermacarte colorati e rispettivi bigliettini, tre biro e una matita. Quando tutto e' allineato perfettamente  prende la mia carta, prende una delle biro e uno dei blocchi notes  allineati poco fa, scrive i miei dati, riallinea il blocco notes e la biro, si alza, va al computer e velocemente (solo questo fa velocemente) mi addebita l'importo. Mi restituisce la carta. Operazione terminata. Ahime' ora sta dormendo appoggiato al tavolino, stavolta mi occorrera' un po' piu' di tempo, devo aspettare che si svegli.




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