martedì 14 gennaio 2014

In treno da Varkala a Villapuram. 9 gennaio 2014

Sapevo che mi attendevano 14 ore di treno da Varkala a Villapuram e ho cercato di prepararmi. La sera vado a cena con Stefano e Serge un francese che alloggia nella stessa guest house di Stefano,  mangio ancora un pescetto e mi  ritiro presto.
Non dormo, ma mi  rilasso. All'1,30 arriva il taxi che mi ha porta in stazione con molto anticipo. Regji il ragazzo della Guest House Coral Cave mi accompagna, duro da sopportare poverino, ha voluto raccontarmi tutta una sua triste storia, e siccome eravamo molto in anticipo me la sono dovuta sorbire. Non sto a raccontarla, ve la risparmio anche se per lui sono molto dispiaciuta. Il treno  arriva in orario alle 2,40, salgo sul vagone con tende sventolanti, tutti stanno già dormendo, qualcuno mi dice di mettere il bagalio sotto la cuccetta e io salgo in un posto  che trovo libero  quasi sicura che non fosse il mio, ma in India non ha molta importanza.
Il treno ha i vagoni tutti aperti, ci sono 6 cuccette nello scompartimento come nei nostri treni più due di traverso nel corridoio, io sono  nel corridoio nella cuccetta in alto. Tempo di distendermi e arriva il controllore, mi dice che il mio posto  è più avanti, ma, dice se si trova bene può rimanere  lì. Ovviamente sono rimasta lì, non avevo voglia alcuna di spostarmi di nuovo con armi e bagagli. Mi distendo sperando invano di dormire. TIICHAI TIICHAI TIICHAI, COFII COFII COFFII, COLDRINKCOLDRNKCOLDRINK, questo  cantilenare continua per tutta la notte e tutto il giorno, ogni due o tre minuti passa un venditore, va avanti e torna indietro incrociando già il successivo. Dall'alba ai cofee, teachai e coldrink si  aggiungono i DOSAI DOSAI DOSAI, RAISBIRYANI RAISBYRIANI RAISBIRYANI,SAMOSA SAMOSA SAMOSA e un odore di spezie comincia ad invadere tutto il vagone. Ovviamente non avevo fame per niente e men che mai avrei mangiato qualche intingolo caldo, piccante e speziato di prima mattina. Fermo  il cofii cofii e  prendo un primo caffè, con il latte ovviamente, nero neanche a parlarne. Avevo con me alcuni biscotti e delle banane. Mangio qualche biscotto, prendo un secondo cofe, poi riesco anche a dormire un po'.  Scendo dalla mia cuccetta che avevamo già superato il capo Cormorin, la punta dell'India dove il sole sorge e tramonta sul mare. Non si vedeva molto, stava piovendo e i finestrini sembravano foderati di pelle di salame, non riuscivo neppure a leggere i nomi delle stazioni. Dopo Maduraj cambio posto finalmente non piove più e il finestrino ha un vetro trasparente. Cambia la gente, scende Pray-ma la mia vicina keralese e salgono tre donne dall'aspetto molto più grossolano e tribale, indossano cavigliere tintinnanti, sono piene di bracciali colorati e di collane, mi raccontano che vanno in pellegrinaggio in diversi templi arrivano da uno stato più a Nord l'Andra Pradesh.
L' India del sud scorre davanti ai miei occhi con i suoi villaggi, le palme, le chiome arrotondate degli alberi di papaia, mucche, scimmie, donne dai sari colorati, bambini che giocano nell'acqua, acquitrini, paludi, risaie, ancora palme e stazioni, tante fermate. Man mano ora procediamo verso Nord dal lato Est della costa indiana. Ho il sedere piatto, i sedili sono duri e scomodi, ma il tempo passa veloce, gente che scende e gente che sale. Mangio le banane, ma non ho voglia nè di riso nè di alcun altro frittume, d'altra parte sono seduta o sdraiata da parecchie ore. Ogni tanto faccio due passi e tra un vagone e l'altro prendo un po' d'aria, il treno viaggia con le porte aperte . . .  . Alle 17,15 precise scendo a Villapuram, quasi arrivata, con un auto raggiungo Pondy trafficatissima e alle 20 circa sono ad Auroville. Nella mia capanna, la stessa dello scorso anno.  A casa.

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