sabato 30 gennaio 2016

Nishagandhi festival


Sono stata a sentire i due più importanti concerti della rassegna:


"This year’s Nishagandhi festival will kick off with classical sitar concert by Anoushka Shankar, followed by performances of tabla exponent Zakir Hussain"

Il primo bellissimo con Anoushka Shankar , degna figlia di Ravi Shankar. Bella, brava e simpatica, provo a pubblicare una foto.

L'altro quello con Zakir Hussain, il più grande percussionista di tablas: un mostro di bravura



3 commenti:

  1. Non conosco Anoushka ma con Ravi e Zakir ho passato molte ore in ottima compagnia (della loro musica)... Che bello !!!
    ciao

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  2. Immaginavo che conoscessi. Ben Ravi è famosissimo, Zakir, l'avevo forse già sentito nominare, ma non lo conoscevo. Due dei musicisti che suonano non la figlia di Ravi sono stati suoi allievi. Lei è bravissima, degna del padre

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  3. Quando tornerai dai un'occhiata alla collezione di dischi ECM che ti avevo regalato in passato, troverai un disco con tutti e due. Ho ritrovato quello che ti avevo scritto allora e che potrebbe essere interessante incollare qui sotto:

    "Pesco a caso dal mucchio e il primo che viene fuori, forse non tanto a caso, è
    proprio quel 'Song for everyone' di Ravi Shankar che tante volte mi ha
    riportato, nell'ascolto, alle atmosfere indiane che tu ben conosci. Di Shankar
    non dirò molto, è un grande musicista e un grande compositore e le melodie
    e le atmosfere di questo disco lo confermeranno al tuo ascolto. Comincerò a
    dire qualcosa invece dei suoi compagni di viaggio in questo disco, che
    torneranno, come spesso accade nelle produzioni ECM, in altri dischi e altri
    organici. In questo disco nessuno è comprimario come sempre accade nelle
    produzioni di Manfred Eicher nelle quali i musicisti sono assortiti in modo da
    catturare il meglio di ciascuno di essi. Jan Garbarek ha la capacità di portare
    il pensiero, l'emozione, in spazi lontani, in profondità imperscrutabili, ad
    altezze vertiginose, in precipitosi mozzafiato, e tutto con l'ottone gelido del
    suo saxofono norvegese. Zakir Hussain e Trilok Gurtu sono India purissima, il
    loro non è un tappeto percussivo ma un poetico disegnare a tocchi,
    pulsazioni e fruscii, utilizzando qualunque cosa produca un suono per
    riempire il silenzio e sottolinearlo".

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